Ci sono film che sembrano semplici, ma che restano dentro per giorni. La valle dei sorrisi è uno di questi. Un film italiano che si allontana dalle solite commedie per portarci in un mondo dove spiritualità, dolore e verità si intrecciano senza mai offrirci una risposta definitiva.
Il protagonista è un ragazzo silenzioso, profondo, con un ciuffo bianco tra i capelli. Un segno, un simbolo, forse un dono. Ogni sera, centinaia di persone lo attendono in fila: cercano in lui una guarigione, un conforto, un miracolo. Ma dietro a quei sorrisi si nasconde un peso immenso.
Il padre sembra guidarlo, proteggerlo… o forse sfruttarlo? La linea è sottile, e il film ce la mostra senza giudicare. Il ragazzo non ha scelto quel ruolo: lo ha ereditato, lo ha subito. E cerca disperatamente qualcuno che lo ascolti, che lo veda davvero.
L’unico spiraglio di normalità è il professore di ginnastica. A lui il ragazzo tenta di confidare la sua verità, ma non trova il coraggio. E questo non detto diventa il nodo centrale del film.
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