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martedì 6 agosto 2024

Viaggio a Boston - Massachusetts - Boston Fire Museum 3)


Il Boston Fire Museum presenta una collezione di attrezzature antincendio antiche e moderne adottate in passato dai vigili del fuoco della città. Il museo è situato in un’ex caserma dei pompieri risalente ai tempi delle autopompe trainate dai cavalli, vicino al Boston Childen’s Museum ed al Boston Tea Party Museum. All’interno vi sono esposte anche le vecchie autopompe per mettere in evidenza l’evoluzione delle attrezzature nel tempo. Il museo evidenzia anche le date storiche dei vigili del fuoco come “the Great Fire of Boston” del 9 novembre 1872, data in cui un terribile rogo scoppiò nel centro di Boston riducendo in cenere centinaia di palazzi, causando danni per milioni di dollari; oggi è ricordato come il “Grande Incendio di Boston”. Dopo la guerra di secessione americana combattuta tra il 1861 ed il 1865, la città di Boston era di nuovo in espansione, furono ricostruiti nuovi edifici civili e commerciali ma le infrastrutture rimasero quelle vecchie e la rete idrica non era stata adeguata alle esigenze della popolazione, insieme all’epidemia di influenza che portò alla moria dei cavalli, furono queste le cause principali che portarono all’incendio del 1872. Il sabato sera in cui esso accadde iniziarono ad uscire fiamme e fuoco dal seminterrato di un magazzino commerciale in Summer Street, nel centro di Boston. Le fiamme si propagarono velocemente ai palazzi vicini; gli uffici telegrafici il sabato sera erano chiusi e molti cavalli per divulgare la notizia, non erano più disponibili; ci vollero così ben 12 ore per domare le fiamme.

Le vittime furono circa 20 ma il fuoco colpí 776 edifici e ben 26 ettari della città andarono in fumo insieme a decine di milioni di dollari di beni e proprietà. Altre cause di quell'incendio furono i tetti delle case in legno ed i materiali di rivestimento dei palazzi altamente infiammabili, inoltre la presenza di sostanze infiammabili nei magazzini, il sistema idrico con pressione dell’acqua troppo debole per far arrivare abbondante acqua  sui tetti per spegnere rapidamente l’incendio, visto che gli edifici troppo alti impedirono l’arrivo delle scale antincendio dei vigili del fuoco ai piani alti. Il centro finanziario di Boston era ridotto in fumo, con esso  centinaia di attività commerciali che causarono la perdita del posto di lavoro di migliaia di bostoniani; dozzine di società  assicuratrici fallirono perché non riuscirono a risarcire i danni. Mille persone restarono senza una casa e 20.000 senza lavoro. Nonostante non fosse vasto quanto l’incendio di Chicago dell’anno precedente, l’incendio di Boston fu il più costoso in termini di danni alla proprietà privata in America.
Le colpe dell’incendio furono addossate al capo dei vigili del fuoco di Boston il quale si difese dicendo che i funzionari preposti erano già stati avvisati del pericolo imminente; John Damrell venne comunque sostituito nella sua carica.
















Il personale del museo è fatto da vigili del fuoco in pensione che illustrano e raccontano con tanto entusiasmo e tanta commozione i loro interventi, le loro storie, anche quelle tramandate, con dovizia di particolari a noi adulti ma anche ai bambini e ci spiegano le acrobazie che facevano ogni volta che intervenivano il più celermente possibile per spegnere gli incendi e salvare le persone in pericolo, mettendole in sicurezza. Un lavoro non facile e degno di tanto rispetto ed ammirazione!
All’interno del museo tante immagini delle notizie apparse sui giornali del tempo. 
Un altro incendio tristemente famoso fu quello del Cocoanut Grove, il più spaventoso d’America; quasi 500 persone morirono intrappolate tra le fiamme del night di Boston. 
La notte del 28 novembre 1942 ben 166 persone rimasero ustionate gravemente. Successe il sabato successivo al Ringraziamento mentre si cercava di dimenticare gli orrori della guerra con un buon drink e musica da ballo. Nel locale vi erano soldati che festeggiavano il loro congedo, alcune stars del cinema che brindavano alla fine del Ringraziamento; ben più  di 800 persone, mentre il locale era omologato per contenerne non più di 460. Verso le 22,00 le pareti diventarono incandescenti ed in un quarto d’ora si fece buio all’interno del club mentre centinaia di persone, prese giustamente dal panico cercavano di scappare verso l’unica porta girevole di accesso del locale per mettersi in salvo. La porta si bloccò per l’enorme afflusso di gente, così il Grove diventò una trappola infuocata. Forse un cerino spento male fu l’innesco dell’incendio ma tuttavia la scioccante esperienza vissuta a Boston, ha permesso l’aggiornamento dei codici di sicurezza e del protocollo di Pronto Soccorso sul trattamento medico delle ustioni. 

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