Stamane, mentre facevo colazione, leggevo il giornale; davo uno sguardo a volo d'uccello alle notizie più importanti che poi sono le stesse ripetute per tutta la giornata di ieri ai vari TG ed arrivo a pagina 25, nella cronaca di Cagliari, mi attira un articolo della Ricerca, intitolato "Ostetricia, questionario sui pericoli dell'alcol".... e poi ancora recita l'articolo "Il consumo di alcool in gravidanza al centro dei quesiti posti alle donne intervistate". Dall'articolo si evince che quelle donne, in seguito al " progetto regionale di ricerca sulla fetopatìa derivante dal consumo di alcool in gravidanza, in una popolazione di donne sarde", almeno un terzo, non conosce i danni che l'alcool procura al feto. A questo straordinario risultato si è arrivati in seguito alla somministrazione di un questionario a 1568 pazienti tra i 26 ed i 45 anni, la maggior parte delle quali, al terzo trimestre di gestazione.
Un'indagine molto importante, che dovrebbe avere più presa sulle donne interessate ed indurle a riflettere, ma proprio quelle donne, non si preoccupano del futuro del loro figlio, che nascerà con i tratti somatici alterati, che fin da neonato mostrerà lo strascico che gli ha lasciato impresso il vizio della sua mamma per non parlare dei danni indelebili cerebrali ed alle varie ghiandole del corpo insieme al grosso rischio del nascituro, di contrarre diverse patologie nel corso della sua, forse breve vita. Mia figlia lo scorso Novembre, ha preparato una tesi proprio a tal proposito intitolata "Consapevolezza delle donne sui rischi dell'utilizzo di alcool in gravidanza." collaborando per la stesura del questionario da distribuire a tutte le strutture sanitarie di ginecologia e ostetricia.
Immaginavo che i livelli di preparazione culturale a tale proposito inglobassero anche la totale consapevolezza di questi rischi per il nascituro, mentre leggendo le indagini fatte, mi rendo conto del contrario; con mio grande stupore.
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