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lunedì 23 ottobre 2017

San Pietroburgo ed il rompicapo della Camera d'Ambra - 8°


La storia della Camera d'Ambra, uno studio di 55 metri quadrati, interamente rivestito in tessere di ambra, ha al suo attivo, una storia tortuosa che parte dalla Germania. Fu costruita da un architetto tedesco per abbellire un palazzo berlinese ma nel 1716 fu regalata dal re prussiano, Federico Guglielmo I° allo zar Pietro il Grande di Russia, in cambio di 55 Granatieri
. Nel 1941 il Palazzo di Caterina fu sequestrato dalle truppe tedesche e la Camera d'Ambra fu smantellata e conservata in 27 casse e spedita in Prussia, corrispondente oggi alla Lituania. In seguito ad un attacco armato, durante la II guerra mondiale, il castello di Caterina andò in fiamme e da allora si perdono le tracce della Camera d'Ambra, si pensa che la resina si sia sciolta col calore. Dal 1945 quella stanza è sparita, non si sa che fine abbia fatto, se sia stata bruciata, ma non ci sono prove tangibili o forse fu smontata pezzo per pezzo e nascosta nei soterranei del castello. Sono trascorsi trent'anni per poterla riprodurre fedelmente all'originale, grazie anche alle vecchie fotografie ma nel 2003 la camera d'ambra si può di nuovo ammirare in tutta la sua lucentezza nel Palazzo dello Zar. All'interno non si possono scattare fotografie, ho provato così a scattare questa foto grazie al riflesso di uno specchio esterno. Sono state impegnate ben 10 tonnellate di autentica ambra per foderare i 55 mq. della Camera d'Ambra che è considerata l'ottava meraviglia del mondo ma ancora oggi fa parlare di sè, alimentando la fantasia di molti scrittori che non possono far altro che ipotizzare la sua sorte.

sabato 21 ottobre 2017

Maud Lewis la pittrice più amata nel Canada - La sua vera vita a colori raccontata in un film


La vera Maud che vende le sue tele
a Marshalltown in Nuova Scozia
In un film molto toccante, commovente, si racconta la vera storia  della giovane Maud Lewis, pittrice canadese che viveva con la zia, ma ancora ragazza, con i suoi acciacchi ed un'artrite Reumatoide marcata, decide di imboccare la sua strada, andando a fare la cameriera in campagna, per conto di un pescatore. L'uomo, Everett Lewis è piuttosto rude con Maud, all'inizio la tratta male e lei per trascorrere il tempo si distrae dipingendo. Chiede all'uomo di procurarle alcune tele di legno per poterle dipingere e quando le esaurisce dipinge sui muri di casa, una bicocca dimessa in cui dormono nello stesso letto, perchè non ce n'è altri. Si accorge di lei anche una vicina che le acquista alcuni disegni consentendole di guadagnare un pò di soldi. Maud ha imparato l'arte da sua madre che le faceva dipingere le carte regalo natalizie.
La vera pittrice Maud Lewia, che i canadesi adorano
Le riuscirono così belle che iniziò a venderle per 50centesimi di dollaro.
Anche Everett si rende conto che Maud in effetti è una brava artista e col tempo le si affeziona, chiedendole per giunta di sposarlo. Mentre Everett vendeva il pesce appena pescato, porta a porta, Maud che lo accompagnava, vendeva i suoi quadri.
Maud nel film
Si presenta a casa loro, il fratello di Maud, annunciandole che avrebbe venduto la loro casa, lei non sa darsi pace, amava quella casa e non voleva andasse perduta.
Maud presenta la casa in cui vive , diventata oggi un museo
Con la morte nel cuore per la vendita della casa e per via della sua artrite reumatoide che le sta ormai deformando il corpo e sopratutto le mani, Maud continua a dipingere ispirandosi  alla natura che la circondava e che poteva ammirare dalla finestra della sua piccola casa. La pittrice dava voce al cinguettio degli uccellini, forma ai boccioli e profumo a tutti i fiori che disegnava. Purtroppo l'aggravarsi della malattia la costringeva sempre di più a stare in casa, inoltre le sue gambe, accavallandosi, le impedivano di camminare, non stava più in equilibrio.
La vera casa di Maud    esposta alla Galleria
d'Arte in Nuova Scozia nella città di Halifax
0.Le sue mani sono ormai deformi, ma lei, col suo carattere determinato, non si perde d'animo, e continua ad usare il pennello che tiene tra le dita accavallate, dando leggeri tocchi sulle tele, ma riesce ugualmente ad esprimere il suo sentire. Anche il Presidente americano Richard Nixon ordinò due quadri alla signora Maud Lewis. A nove anni dalla sua morte, muore anche il marito ammazzato da un ladro mentre cercava di rapinarlo. La loro casa fu prelevata così come si trovava, perfino con le persiane e la stufa dipinte e messa dentro la Galleria d'Arte in Nuova Scozia, per far conoscere i disegni di questa grande donna a tutto il mondo.
Ricordiamoci anche del rappresentante dell'Impressionismo nel fine ottocento, Pierre August Renoir, anche lui sofferente di artrite reumatoide che rimasto senza lavoro, iniziò ad aiutare il fratello, dipingendo le stoffe ed i ventagli.

domenica 15 ottobre 2017

Cielo d'Ottobre - Recensione


Un bel film istruttivo e toccante da far vedere ai nostri ragazzi. Il film si ispira ad una storia vera raccontata da un ingegnere della NASA, ora in pensione, nonchè addestratore degli astronauti che ispezionano il cosmo a bordo delle navicelle spaziali. In un paesino della Virginia, la gente riesce a vivere grazie alla miniera che dà lavoro a tutti, compreso il papà di Homer Hickman (un giovanissimo Jake Gyllenhaal) il sovrintendente alla miniera. Homer probabilmente non sarebbe riuscito a prendere la borsa di studio per andare all'università, nemmeno per meriti sportivi, egli ha ben altre idee in testa! Un giorno di ottobre, egli vede passare dalla finestra della scuola, su in cielo lo Sputnik sovietico, ossia compagno di viaggio, il primo satellite artificiale,  mandato in orbita;  dopo 1400 orbite e 70 milioni di chilometri, bruciò nell'atmosfera, al suo rientro.
Il giovane Homer rimase affascinato dalla visione dello Sputnik, tanto che dal giorno decise, con altri tre compagni di classe, di dedicarsi alla costruzione dei razzi da mandare in orbita. All'inizio era un semplice gioco da ragazzi, si andava in campagna, con gli amici e si provava a lanciare un razzo costruito artigianalmente, grazie al manuale delle giovani marmotte ed all'aiuto di un minatore che lavorava al tornio. Un giorno purtroppo un razzo andò a finire all'uscita della miniera e solo per miracolo lasciò illesi i minatori al loro fine turno. Il padre di Homer lo rimproverò così aspramente che dal giorno gli impedì di lanciare i razzi, lui doveva andare a lavorare in miniera non lanciare razzi. Un'altra volta, scoppiò un incendio in prossimità della miniera e le colpe furono date ai quattro ragazzi, sebbene dopo parecchio tempo saltò fuori che il loro razzo finì nel fiume, dove fu ritrovato. Insomma i quattro giovani erano imperterriti e continuavano a costruire razzi sempre più potenti, anche con l'appoggio  di una loro insegnante che purtroppo stava poco bene a causa di un tumore. Insomma, Homer ed i suoi tre compagni riuscirono a superare le selezioni per la borsa di studio ed il loro progetto fu il più votato. Solo allora il padre gli confidò quanto fosse orgoglioso di avere un figlio così ingegnoso!!

giovedì 5 ottobre 2017

San Pietroburgo - Informazioni generali -2°

Settembre è un buon mese per visitare San Pietroburgo, di mattina si sta bene con le maniche corte, ma di pomeriggio è meglio indossare una giacca e nemmeno tanto leggera, spesso tira un bel vento di tramontana.
Le attrazioni di questa città sono tante, ma attenzione quando si va in giro, sarebbe meglio non indossare gioielli vistosi e non portate con voi molti soldi, i borseggiatori ed i rapinatori sono sempre in agguato e se ci sentono parlare una lingua straniera, sono pronti ad agire; sia quando si sta in fila per entrare nei musei, che dentro i musei stessi, magari quando ci si incanta davanti ad un'opera artistica;
occhio sempre al passaporto, sarebbe meglio custodirlo nella cassaforte della stanza d'albergo o chiuderlo in valigia e girare con una fotocopia, chi ve lo chiede capirà il perchè non avete l'originale con voi! Sarebbe meglio pernottare in un albergo al centro della città, ci si sposta più facilmente a piedi e si gode maggiormente la città. Non avrete problemi con i rubli. la moneta locale, i bancomat vi daranno una mano, le carte di credito ed i bancomat sono bene accetti; non accettano però l'American Express! La maggior parte della gente che ho incontrato in questa città non parlava inglese, ed ammenochè voi non conosciate il russo, diventa difficile dialogare con questo popolo.
Le persone sono piuttosto riservate ed hanno spesso fretta di fare il loro lavoro, sono gentili quanto basta, ma piuttosto freddi, come il loro clima! Ho incontrato poche persone veramente friendly, come le tre guide e la signora Lubow, la Concierge dell'albergo, una vera donna di classe che dava consigli a tutti, sui luoghi da visitare, quali strade percorrere; con il suo  tablet sempre alla mano, per conoscere orari dei treni, delle metropolitane o delle barche. Qui la puntualità è di casa, scordatevi di essere italiani!

Il Gioddu e il Kefir - Come farlo a casa

Quand'ero bambina, mia madre lo preparava spesso ed alla fine della cena mi dava una bella tazza di yogurt fatto in casa, il gioddu. Su Gioddu, ha origini antiche e costituiva un alimento importante nella dieta dei pastori sardi che lo preparavano in "su Malune", un recipiente in sughero; essi vi riscaldavano dentro il latte immergendo all'interno le pietre arroventate al fuoco. si aggiungeva quindi "su Madriche" che si preparava con 1/2 litro di latte addizionato a due o tre gocce di lattice di fico oppure all'1% di lievito di pane, detto "Armentazzu", ma si possono aggiungere al latte delle briciole di pane, sempre all'1% rispetto al latte versato. Su Madriche deve stare avvolto per otto ore in una coperta di lana, per mantenere la temperatura costante; così facendo si ottiene un coagulo bianco che nella misura dell'1% si aggiunge al latte tiepido. Dopo che quest'operazione viene ripetuta per tre volte, utilizzando ogni volta l'1% del Madriche rispetto al latte, si ottiene la coltura madre che sarà la a base del gioddu. Ricordo che una volta entrò in casa, una germinazione chiamata Kefir, un generatore di yogurt che proveniva dai paesi caucasici. Questa gemma si alimentava dal latte e lo aiutava a fermentare, più cresceva e più fermentava il latte. Il Kefir andava quindi ridotto e la parte in più veniva regalata ai parenti ed ai vicini di casa, affinchè anch'essi lo usassero per divulgare il gioddu. Da allora non ho più trovato in giro il Kefir! Mentre in Europa lo yogurt si è diffuso intorno al 1930, in Sardegna, già dai primi del '900, le nostre bisnonne, usavano "sa Matrija", ossia la coltura madre, sia per lo yogurt che per il pane. Da qualche giorno mi sono ricordata di quel tempo,  così ho deciso di riprovare a fare in casa il gioddu. Ho acquistato due vasetti di yogurt fresco ed un litro di latte intero di giornata. Ho fatto scaldare il latte fino a circa 40 gradi, non deve fumare; in una tazza di quel latte intiepidito ho sciolto i due vasetti di yogurt ed ho unito pian piano, girandolo, tutto il latte rimasto. Ho lasciato riposare per cinque minuti e poi ho girato il tutto per amalgamare bene lo yogurt dei vasetti,  al latte. Travasato in un contenitore chiuso ed avvolto in una coperta, ho riposto il tutto dentro il forno a microonde spento. Il Gioddu è molto delicato, e si interrompe la sua composizione se prende uno spiffero d'aria, o aperto prima che passino almeno otto ore. La mattina seguente il gioddu sarà pronto per la colazione. Per fare il prossimo gioddu, non sarà più necessario acquistare altri vasetti di yougurt al supermercato, si potrà riutilizzare una mezza tazza del gioddu rimasto a cui si aggiungerà ancora un litro di latte a 36 gradi e si rinizierà la procedura, Più lo si fa e più diventa buono! Vorrei sapere che altre informazioni avete voi che mi leggete, in merito alla formazione del GIODDU, mi rivolgo non solo a voi sardi, ma anche agli stranieri di tutto il mondo. Scrivete su questo blog come si chiama il Gioddu nella vostra lingua e terra, come si ottiene, qualche ricetta antica, potremmo condividerla in questo blog!
Il gioddu ha bisogno di calore per coagulare bene e se ci abituiamo a prenderlo a colazione, magari con un cucchiaio di miele e della frutta secca ammollata dentro, iniziamo più leggeri la nostra giornata, mentre se lo prendiamo  dopocena, la nostra digestione sarà agevolata ed il nostro sonno più sereno; i ristoratori ed i bar dovrebbero rivalutare il gioddu, perchè contiene tanti nutrienti che rinforzano il sistema immunitario. Perchè dunque non servirlo alla fine di un buon pasto al ristorante?

Visita a San Pietroburgo - Le risorse russe - 7°


La Russia ha un sottosuolo ricchissimo di giacimenti minerari; ai primi anni del novecento aveva un agglomerato industriale da sfruttare , ma le varie riforme che furono fatte e le privatizzazioni delle aziende statali, decretarono il crollo dell'economia di quello Stato e le condizioni di vita dei cittadini andarono via via peggiorando. Il sistema industriale era ancora arretrato e la produttività non era competitiva, ragion per cui, il rilancio dell'economia fu bloccato sul nascere.
I sistemi di trasporto inefficienti, oggi comportano grossi problemi di approvvigionamento delle materie prime; l'incapacità di coesione tra le varie attività del Paese, ne impedisce lo sviluppo omogeneo. Il settore primario è di gran lunga gestito dalle aziende statali o cooperative, infatti esso è ancora arretrato nonostante vi siano tante terre fertili in cui si coltivano tante varietà di cereali; nelle coste intorno ai mari chiusi, Nero e Caspio, abbondano le piantagioni di tabacco, di girasoli e di frutta. In Russia hanno una vasta importanza le industrie del legno e della carta.
Il sottosuolo oggi è ricco di gas naturali, di carbone, ferro, uranio, rame, mercurio e oro, L'industria pesante, come la siderurgia, è il ramo più sviluppato. Anche i collegamenti ferroviari, godono di ottima salute; essi si propagano da Mosca verso il centro e verso Sud. La linea ferroviaria più importante ed anche più nota a noi europei è la Transiberiana, lunga 10.000 chilometri e collega Mosca con Vladivostok. Le strade ed il traffico sono ben sviluppati nella Russia europea, il resto del paese è gelido e nevoso.
E' ben estesa la linea dei fiumi e dei canali anche artificiali, navigabili che consentono il trasporto delle merci. Ottima alternativa è il trasporto aereo; il turismo sta prendendo piede, ma limitatamente a Mosca e San Pietroburgo.

Visita a San Pietroburgo - L'Incrociatore Aurora - 6°


L'Incrociatore Aurora è la nave da guerra numero uno della Marina Militare Russa. Nel 2012 vede sbarcare gli ultimi suoi marinai ed è ormai solo un brutto ferro vecchio che ha una storia lunga 112 anni da raccontare. l'Aurora ha iniziato il suo tramonto con la fine del comunismo russo diventando col tempo un Museo galleggiante visitato dai nostalgici di quell'era. Dopo due anni di restauri, nel 2012, l'Aurora rientra dai grandi lavori, solcando le acque del fiume Neva, trainato dalle funi di quattro rimorchiatori mentre tre dei 20 ponti di San Pietroburgo, si aprivano al suo passaggio; l'Aurora era completamente illuminato ed offriva uno spettacolo maestoso alla gente che per rivederla nella sua nuova veste, si accalcava lungo la banchina. Adesso quel gioiello è ritornato al suo posto, al centro dell'antica capitale russa, San Pietroburgo.
Un secolo fa, l'Aurora sparò il suo primo colpo di cannone e da qui l'inizio della rivoluzione bolscevica, ovvero la Rivoluzione d'Ottobre, come la chiamano i russi. Ora in quella nave sono in mostra i reperti della guerra russo-giapponese, insieme a quelli della prima guerra mondiale. Oggi l'Aurora viene noleggiata per gli eventi più disparati, persino per girare pellicole pornografiche con la scusa dell'ambientazione ai tempi della Rivoluzione. Il varo dell'Incrociatore Aurora avviene nel 1900 ma il battesimo del fuoco nel 1905, nella guerra russo - giapponese che si concluse con la sconfitta dell'impero zarista. Nel 1941 la nave cadde a picco, annientata dai tedeschi durante l'assedio di Leningrado, come si chiamava al tempo San Pietroburgo. Nel 1957 il rimorchiatore fu riportato a galla e dopo avergli rifatto il look, fu trasformato in Museo con lo scafo rimesso a nuovo, visto che quello vecchio era completamente arrugginito. Nel 1908 l'Aurora ed i suoi marinai furono i primi a prestare soccorso alla città di Messina, annientata dal terremoto. 

Visita a San Pietroburgo - Il Museo Hermitage 5°


Uno dei musei più grossi del mondo è quello di San Pietroburgo, il museo Statale Hermitage, ossia un eremo, sulle rive della Neva, in cui la Zarina Caterina II si riposava lontana dalle fatiche mondane della città; qui riceveva gli amici con cui giocava a carte e collezionava opere d'arte.
Paul Cezanne Fumatore di pipa
Caterina stava sempre ben attenta alle voci che circolavano intorno ai mercanti d'arte e collezionisti e quando sentiva che qualcuno di loro stava per fare bancarotta, ella interveniva tempestivamente;  provvedeva al loro salvataggio, acquistando ad un modestissimo prezzo, tutte le sue opere in vendita, quelle che meritavano di essere esposte, naturalmente!
Scalinata dell'Ermitage
Non furono da meno gli altri componenti della famiglia Romanov, che conoscendo i più famosi scrittori dell'800, allargarono man mano che entravano in possesso di nuovi manoscritti, la collezione storica di famiglia che a metà 800, fu aperta al pubblico.
L'angolo del Canova
Il Museo Hermitage, è composto da cinque grossi edifici, comunicanti fra loro, detti genericamente il Palazzo D'Inverno, costruiti tra il 700 e l'800; furono progettati dall'architetto Bartolomeo Rastrelli,  fiorentino ma naturalizzato russo, che giunto presso la corte di Pietro il Grande,  a San Pietroburgo col padre, scultore, volle combinare lo stile tardo barocco italiano, col barocco moscovita e nel 1730 il Rastrelli fu scelto come architetto di corte, firmando tutti i principali palazzi di San Pietroburgo, sino alla fine del '700.

Le tre Grazie del Canova
Le opere conservate nel museo oggi, sono più di tre milioni, ma quelle esposte al pubblico sono notevolmente inferiori. Tra le opere a firma italiana vi è la collezione delle statue bianche di Antonio Canova, tra cui spiccano Amore e Psiche;
Pietro il Grande, mandava in giro per l'europa i suoi addetti di fiducia, per seguire le virtù dei giovani russi che andavano a studiare arte in Italia, anche se lui preferiva gli artisti fiamminghi e olandesi.
L'Orologio del Pavone
I soffitti del Museo Hermitage, sarebbero dovuti essere stuccati e dipinti da Giovan Battista Tiepolo, ma il Rastrelli ci mise lo zampino e gli affreschi furono fatti da un italiano sconosciuto e costarono quattro volte di meno dei 20.000 rubli, promessi al Tiepolo.
Il trono di Pietro il Grande
Le due Madonne di Leonardo da Vinci, sono senza dubbio le più gettonate, la Madonna Benois, olio su tela e la Madonna Litta, terminato da un allievo di Leonardo da Vinci, comunque opera a lui attribuita.

Visita a San Pietroburgo e Puskin con la residenza estiva degli zar 3°


San Pietroburgo,  detta anche la "Venezia del Nord" è la città della Russia più occidentalizzata, al pari delle più famose capitali europee. Dentro il Museo Gornyj, si trova il più grosso pezzo di malachite del mondo, portato qui dai monti Urali nel 1787, pesante 1504 chilogrammi.
Fino al 1850 era vietato fumare lungo le strade di San Pietroburgo perchè le case ed i marciapiedi erano di legno, visto che qui ce n'è sempre stato in abbondanza, quindi facilmente infiammabili. La strada principale è la Prospettiva Nevskij, quella della canzone di Battiato, in cui per caso un giorno vi incontrò il compositore musicale  Igor Stravinsky, corrispondente alle Ramblas di Barcellona, così lunga e così larga, piena di gente, tram e semafori! Negli innumerevoli negozi, le matrioske danno un bel tocco di colore alle vetrine, mentre gli amuleti in ambra, cesellati a mano, donano un bel riflesso luminoso alle stesse.
A tal proposito non mancate di visitare la Camera d'Ambra o Studio d'Ambra, considerata l'ottava meraviglia al mondo; si trova a 25 chilometri da San Pietroburgo, a Pushkin, all'interno del Palazzo di Caterina, la residenza estiva degni zar di Russia;
vi troverete davanti un bel palazzo Rococò, bianco, celeste e dorato. Il palazzo fu commissionato da Elisabetta I°, figlia di Pietro I di Russia e di Caterina I di Russia,  all'architetto italiano Francesco Bartolomeo Restrelli, di cui sentirete parlare spesso, avendo egli progettato diversi palazzi a San Pietroburgo e dintorni. Per la doratura delle guglie del palazzo di Catarina, furono utilizzati 100 chilogrammi d'oro.
La facciata del palazzo è lunga ben 300 metri e sul davanti ha una grande scalinata doppia ed un  magnifico  giardino sul modello della Reggia di Versailles, con tanto di puttini d'oro che come si apre l'acqua, a suon di musica, diventano delle imponenti fontane!
La Cappella di famiglia
Le stanze del palazzo sono bellissime ed arredate con gran bel gusto, oro e luccichii in ogni angolo, ma tutto ciò è niente, in confronto alla "Camera d'Ambra", una sala non molto grande, tutta incastonata con piccole tessere d'ambra;  sono in tutto 500.000 tasselli d'ambra in 100 metri quadri di stanza.
La Camera d'Ambra
All'interno è vietato scattare le fotografie! Questa stanza all'inizio era all'interno del Palazzo d'Inverno, a San Pietroburgo, ma durante l'ampliamento, da 50 a 100 mq., Elisabetta I° (Elisaveta Petrovna) che aveva manie di grandezza e di lusso la fece trasferire a Pushkin. All'esterno del Palazzo si trova la Cappella di famiglia, con 5 guglie. 
Le fontane del Palazzo
Il Giardino del palazzo