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giovedì 5 ottobre 2017

Il Gioddu e il Kefir - Come farlo a casa

Quand'ero bambina, mia madre lo preparava spesso ed alla fine della cena mi dava una bella tazza di yogurt fatto in casa, il gioddu. Su Gioddu, ha origini antiche e costituiva un alimento importante nella dieta dei pastori sardi che lo preparavano in "su Malune", un recipiente in sughero; essi vi riscaldavano dentro il latte immergendo all'interno le pietre arroventate al fuoco. si aggiungeva quindi "su Madriche" che si preparava con 1/2 litro di latte addizionato a due o tre gocce di lattice di fico oppure all'1% di lievito di pane, detto "Armentazzu", ma si possono aggiungere al latte delle briciole di pane, sempre all'1% rispetto al latte versato. Su Madriche deve stare avvolto per otto ore in una coperta di lana, per mantenere la temperatura costante; così facendo si ottiene un coagulo bianco che nella misura dell'1% si aggiunge al latte tiepido. Dopo che quest'operazione viene ripetuta per tre volte, utilizzando ogni volta l'1% del Madriche rispetto al latte, si ottiene la coltura madre che sarà la a base del gioddu. Ricordo che una volta entrò in casa, una germinazione chiamata Kefir, un generatore di yogurt che proveniva dai paesi caucasici. Questa gemma si alimentava dal latte e lo aiutava a fermentare, più cresceva e più fermentava il latte. Il Kefir andava quindi ridotto e la parte in più veniva regalata ai parenti ed ai vicini di casa, affinchè anch'essi lo usassero per divulgare il gioddu. Da allora non ho più trovato in giro il Kefir! Mentre in Europa lo yogurt si è diffuso intorno al 1930, in Sardegna, già dai primi del '900, le nostre bisnonne, usavano "sa Matrija", ossia la coltura madre, sia per lo yogurt che per il pane. Da qualche giorno mi sono ricordata di quel tempo,  così ho deciso di riprovare a fare in casa il gioddu. Ho acquistato due vasetti di yogurt fresco ed un litro di latte intero di giornata. Ho fatto scaldare il latte fino a circa 40 gradi, non deve fumare; in una tazza di quel latte intiepidito ho sciolto i due vasetti di yogurt ed ho unito pian piano, girandolo, tutto il latte rimasto. Ho lasciato riposare per cinque minuti e poi ho girato il tutto per amalgamare bene lo yogurt dei vasetti,  al latte. Travasato in un contenitore chiuso ed avvolto in una coperta, ho riposto il tutto dentro il forno a microonde spento. Il Gioddu è molto delicato, e si interrompe la sua composizione se prende uno spiffero d'aria, o aperto prima che passino almeno otto ore. La mattina seguente il gioddu sarà pronto per la colazione. Per fare il prossimo gioddu, non sarà più necessario acquistare altri vasetti di yougurt al supermercato, si potrà riutilizzare una mezza tazza del gioddu rimasto a cui si aggiungerà ancora un litro di latte a 36 gradi e si rinizierà la procedura, Più lo si fa e più diventa buono! Vorrei sapere che altre informazioni avete voi che mi leggete, in merito alla formazione del GIODDU, mi rivolgo non solo a voi sardi, ma anche agli stranieri di tutto il mondo. Scrivete su questo blog come si chiama il Gioddu nella vostra lingua e terra, come si ottiene, qualche ricetta antica, potremmo condividerla in questo blog!
Il gioddu ha bisogno di calore per coagulare bene e se ci abituiamo a prenderlo a colazione, magari con un cucchiaio di miele e della frutta secca ammollata dentro, iniziamo più leggeri la nostra giornata, mentre se lo prendiamo  dopocena, la nostra digestione sarà agevolata ed il nostro sonno più sereno; i ristoratori ed i bar dovrebbero rivalutare il gioddu, perchè contiene tanti nutrienti che rinforzano il sistema immunitario. Perchè dunque non servirlo alla fine di un buon pasto al ristorante?

4 commenti:

  1. Anke in casa mia si è sempre fatto così

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  2. Io produco sempre lo yogurt con il kefir, ed è interessante sapere che i nostri antenati gia lo producevano con diverse tecniche.
    Questa è storia che andrebbe valorizzata.
    Porterò avanti questa conoscenza.
    Grazie per questo articolo!!

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  3. Ciao, se usi come innesto lo yogurt comprato no stai facendo il gioddu bensì lo yogurt. Nello yogurt comprato ci sono solo due ceppi di batteri e vengono creati in laboratorio, non c'è una popolazione stabile. Dopo tre o quattro cicli, la qualità e consistenza si deteriora. Il vero gioddu invece contiene batteri unici sardi ed una popolazione stabile, che può essere usata indefinitamente per produrne altro. Il kefir invece è una coltura mesofila. Esistono molti latti fermentati nel mondo che vengono tramandati per generazioni. Il discorso è simile a quello che si può fare per la pasta madre.

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