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martedì 3 novembre 2015

Aspettando il marchio IGP per la Filigrana Sarda.

Le eccessive frodi e contraffazioni dei prodotti, hanno fatto si che l'artigianato sardo ed in particolare la Filigrana, ottenessero una tutela maggiore, un marchi IGP; un  bel rimedio  all'uso improprio del nome Sardegna su certi prodotti che l'arte sarda non la ricordano nemmeno alla lontana. Si dice che la filigrana sia la più cara amica delle donne sarde e che 
nel piccolo patrimonio di ogni famiglia sarda, non possa mancare qualche  gioiello in filigrana, magari una spilla, ricevuta in dono dalla nonna per il matrimonio, un bel bottone col rubino, regalo di battesimo, la fede nuziale tutta filigranata con le margherite o le rosette, in oro giallo, rosso o bianco.
E che dire delle belle collane che adornano i costumi sardi che si sfoggiano in occasione delle sagre, in particolare per Sant'Efisio che si celebra ogni primo maggio, a Cagliari;  quando appare il primo sole tiepido le donne timidamente scollate fanno "scioro" (sfoggio) dei loro bei gioielli di famiglia in filigrana oro e corallo;
anche per la festa del Redentore che si svolge a  Nuoro verso la fine di maggio, i costumi sardi sono arricchiti di gioielli in filigrana. Gli etruschi ci tramandarono per primi l'arte di lavorare i sottili fili d'oro intrecciati, ma le Janas, le fate sarde, narra la leggenda che riuscissero a fare degli intrecci particolari con gli stessi fili,  incastonando anche qualche rosso corallo.
La lavorazione artigianale della filigrana va via via scomparendo, ma nell'entroterra sardo si possono trovare officine artigiane, in cui si eseguono ancora le preziose lavorazioni su ordinazione.     .....e se chiudi gli occhi nelle notti senza luna, sentirai il loro canto melodioso, mentre costruiscono magici gioielli in filigrana d'oro. 

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