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giovedì 6 agosto 2015

Viaggio in Groenlandia IX parte - mezzi di trasporto.

01/08/2015
a Qasanguit.
Certo che i nomi in Groenlandia sono difficili da pronunciare. Oggi lascio l'albergo Artic di Ilulisat, per dirigermi in motoscafo verso Qasigiannguit. Perché mai in motoscafo? Qui in Groenlandia non esistono strade, ragion per cui, sarebbe inutile avere la macchina. L'unica strada, quando ė praticabile, ė quella del mare, cosí stamane alle sette, dopo una frugale colazione groenlandese, a base sopratutto di frutta e di un loro pesce di acqua salata, molto grasso, l' Halibut, una sorta di grasso merluzzo gigante, lasciato ad affumicare, accompagnato al loro pane nero, molto buono, ho chiesto all'autista dell'albergo di accompagnarmi al porto; l'uomo, Inuit, originario della Groenlandia, gentile come sempre, mette in moto il furgone che trasporta sette persone e partiamo.
Arrivata al porto, mi ė stata raccomandata la massima puntualità, imbarco il bagaglio, visto che mi sto trasferendo in un'altra città e prendo posto all'interno del motoscafo con cabina chiusa. La giornata ė bellissima, non ė fredda, ci sono otto gradi. Ė in arrivo una nave del Centre National Geografic della Danimarca, quindi aspettiamo che sua maestà entri in porto ed ormeggi, così possiamo passare noi. Il nostromo ė svedese, un anziano signore bello rubicondo; mentre scalda i motori, penso a come farà a passare in mezzo a tutti quegli icebergs, senza spaccare la sua piccola imbarcazione in vetro resina!  Il viaggio fino a Qasigiannguit dura un'ora, dovrò vedere di fronte, gli icebergs che ieri ho visto dall'alto.
Pronti, il nostromo fa l'appello per accertarsi che  ci siamo tutti, dieci persone, si va; un continuo urtare contro i poveri icebergs, emetteva un rumore sordo, mai sentito prima; l'uomo che guida con maestria la sua barca, ci racconta tante cose estrapolate dalle sue esperienze di lupo di mare e ci invita a prestare attenzione, perché davanti si intravvede una balenottera, siamo ormai in oceano aperto. Ci presta i binocoli e la osservo bene, se l'avessimo trovata difronte? Non ci volevo pensare, l'uomo gira al largo, sventando il pericolo. Ancora icebergs altissimi, ma lui sembrava non curarsene, ormai abituato a by-passarli con destrezza.  Il suo equipaggio ė fatto da giovanotti danesi che d'estate vengono in Groenlandia a lavorare per pagarsi gli studi, ve ne sono tanti.
Proprio una  bella gioventù che  lo ascolta ed obbedisce ai suoi ordini senza discutere, ha una voce autoritaria, ma in fondo ė una brava persona, devono aiutare e col mare non si scherza. Da queste parti lavorano tutti, si danno una mano gli uni con gli altri, c'è una grande solidarietà tra uomini. In Groenlandia amano tutti la loro regina danese, Margherita II*, si perché anche la Groenlandia ė sotto la corona danese che aiuta tanto questo popolo, dá loro lavoro e casa a prezzi agevolati. Qui in inverno nevica e si forma una grossa lastra di ghiaccio nel mare, quindi la gente non può muoversi, ma non può stare tutto l'inverno senza mangiare così i più ricchi si muovono con l'elicottero, mentre gli inuit che non se lo possono permettere, prendono le loro slitte, trainate dai cani, più sono i cani, più persone può trainare la slitta e si muovono con quelle; in questa città  le rocce, fanno da sfondo al panorama e tanti cani da slitta legati con una lunga catena, vengono portati giù verso il mare per fare la loro  la passeggiata quotidiana, mangiare, abbeverarsi e prepararsi tecnicamente per l'aiuto che dovranno dare il prossimo inverno; si raccomanda ai turisti di stare a debita distanza da loro, di non dar loro da mangiare, perchė ci pensano i padroni; durante l'estate i cani non fanno un granchė, si crogiolano al sole e passeggiano fin dove permette la loro catena e si riposano, in vista del loro lavoro autunnale ormai prossimo, si inizia ad ottobre; questa razza si mantiene pura, non può essere incrociata con altre, lo impone la legge perchė sono cani da lavoro; essi hanno una stazza simile all'husky, un bel pelo bianco, ruvido e lungo; altro mezzo di locomozione degli inuit, ė lo snow board, una sorta di moto da neve cingolata. In questa cittá vivono 1000 persone, ci sono case, dai colori variopinti, ma i tetti spioventi, sono tutti neri e danno un bell'impatto a chi arriva dal mare. Appena giunta al porto si presenta la guida, un signore danese, un ex comandante della polizia locale, in pensione, sua moglie ė un'ostetrica dell'ospedale vicino all'albergo. Carl, questo il nome della guida, mi porta in giro per la città che si sviluppa tra scogliere, salite, discese e scogli, strade in parte asfaltate, in parte no, scale di legno e percorsi scivolosi, divertente! Mi mostra la caserma della polizia, la scuola elementare, l'ospedale ed il tribunale; m'incuriosisce tanto il supermercato, perché lo trovo molto grande rispetto alla popolazione; ė gestito dagli Inuit e si sviluppa su due piani; al piano terra un bancone di carne e pesce surgelato, occupa tutta la lunghezza del caseggiato; sono tutti prodotti del loro mare, molto pescoso; al secondo piano, trovo l'abbigliamento tipico invernale, del grande freddo, stivali da neve inclusi; più avanti trovo esposta una rastrelliera con almeno 14 fucili che costavano 3700 corone danesi l'uno, circa 500€.; il problema ė che possono acquistarli anche i bambini di 12 anni, mentre gli stessi non possono comprare le sigarette perchė fanno male alla salute. Carl, la guida, mi porta davanti alla stazione di polizia, ormai dismessa, con annesso un caseggiato di legno, in cui vi erano due stanze di sicurezza. Quella casa l'ha acquistata lui e rimane in cima ad una scogliera, una veduta stupenda, fatta di scogliere, mare e ghiacciai; verso il mare mi indica la sua barca che usa per andare a pescare a settembre, quando ritorna in Danimarca, dove vive per il resto dell'anno, la porterá via con sė.
Qui in Groenlandia, occorre spostare le lancette dell'orologio, indietro di 4 ore
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