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martedì 7 agosto 2012

L'Isola di San Pietro - Carloforte e la Tonnara.

Ogni anno a Carloforte, l'unica città abitata dell'isola di San Pietro, si prepara la Mattanza del tonno. La manifestazione che  attira migliaia di turisti, è piuttosto forte. Le sue origini sono molto antiche e risalgono ai tempi dei fenici. Questo rito è profondamente radicato nella comunità carlofortina dato che per lungo tempo la pesca ed il commercio di tonni, sono stati le attività fondamentali per l'economia dell'isola. Hanno continuato i romani e poi gli arabi a sfruttare i banchi di pesci che ogni primavera si avvicinavano alle coste sarde. Questa pratica 
si è conservata immutata nel tempo, fino ad oggi;
infatti quella di Carloforte è la tonnara più antica d'Italia. Le reti, un tempo erano di cocco e canapa, oggi sono in fibra sintetica e sono cambiate anche le imbarcazioni, ma il rito è sempre quello. I preparativi della tonnara iniziano nel mese di aprile, ma le reti vengono calate ai primi di maggio e nel loro insieme compongono la Tonnara;  restano in mare circa due mesi, fin quando si riempie l'Isola, ossia la trappola mortale lunga dai 300 ai 400 metri, di forma rettangolare e larga dai 30 ai 40 metri; l'Isola è suddivisa in camere più strette quelle poste alle estremità e più larghe quelle del centro.
L'ingresso conduce alla prima camera detta Levante che resta sempre aperta per consentire l'ingresso ai tonni dentro la trappola subacquea; la stanza successiva detta Bordonaro, a cui fanno seguito il Bastardo, la camera di Ponente e per chiudere il Corpus o camera della Morte. Le camere hanno maglie larghe 25 o 30 cm. che man mano si restringono fino a raggiungere i 6 o 10 cm. nella camera della Morte, in quanto quì dentro si raccolgono  i tonni che sprigionano tutta la loro forza, nel tentativo di liberarsi, sentendosi in trappola. Da una parte del Bordonaro, si libera una coda di rete lunga circa mille metri che viene fissata con un'ancora o legata ad un grosso scoglio; questo è lo sbarramento che invita i tonni a transitare nell'ingresso della trappola.
Ogni giorno le reti vengono controllate dal Rais, il capo della tonnara e quando si raggiunge il carico previsto, egli organizza la battuta di pesca; raduna i suoi uomini che  dispongono le imbarcazioni intorno alle reti; si chiudono le porte ed i tonni sono costretti a riunirsi nel Corpus il cui fondo, all'ordine del Rais, viene portato in superficie. Solo in quel momento inizia la mattanza ed i pescatori, dotati di micidiali "Crocchi", ossia i bastoni uncinati, arpionano i tonni che vedendosi catturati, si dimenano da tutte le parti, ferendo il loro nemico. Il mare pian piano si tinge di rosso del sangue dei pesci, le voci dei pescatori si fanno sempre più concitate. Ma alla fine ritorna la calma ed il rosso del mare si diluisce fino a diventare  l'azzurro di sempre. Lo spettacolo è molto crudele, ma anche affascinante. Sono molto suggestive le immersioni con le bombole all'interno delle camere della trappola, naturalmente prima della mattanza, alla fine ci si può rifocillare al Girotonno;
la sagra gastronomica a cui prendono parte i migliori chef dei cinque continenti che preparano, per la gola dei turisti, i più rinomati piatti a base di tonno fresco. E' molto pittoresco fare il giro dell'isola in barca, si potrà intravvedere il Falco della Regina (Eleonora D'Arborea), protetto dalla LIPU, aggirarsi sulle volte delle grotte intorno all'isola; ed oltre al profumo di tonno che si sprigiona nell'aria, è rilassante fare un giro per le pescherie e vedere come i tonni vengono lavorati e conservati, prima di essere venduti.

3 commenti:

  1. Buonasera, devo dire che ha spiegato benissimo l'arte della tonnara e della pesca al tonno, perchè ancora di arte si parla, sia a carloforte sia a favignana.
    Ma ahimè noto una nota che stona in questo bell'articolo, una foto di un'imbarcazione che con la tonnara non ha nulla a che fare.
    Mi riferisco alla foto con quattro uomini che issano a bordo dell'imbarcazione dei "pesci" che pesci non sono ma sono purtroppo STENELLE cioè delfini.
    Ai più ignoranti in materia questa foto può associare la tonnara all'omicidio dei delfini, cosa che nn avviene se non nei paesi ASIATICI, dove le norme sulla pesca intensiva non vengono mai seguite.
    Le chiedo cortesemente se possibile di sostiruire quella foto ORRIBILE con una foto che esprime il vero sacrificio di pescatori che lavorano per pochi soldi e per un'usanza centenaria, che conserva ancora il suo fascino.
    Fascino che nella pesca intensiva e professionale, oggigiorno si è perso per far posto al VILE GUARADAGNO e all'EGOISMO dell'UOMO.

    Un cordiale saluto
    Salvatore

    per un eventuale scambio di opinioni la invito a scrivermi.
    salvatore.feola@inwind.it

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  2. Buonasera, a seguito del messaggio precedente, le invio link da cui proviene la foto dei delfini trucidati dai giapponesi:
    http://www.change.org/it/petizioni/ambasciatore-domenico-giorgi-fermiamo-la-strage-dei-delfini

    cordiali saluti
    salvatore

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  3. Grazie della segnalazione. Ho rimosso la foto. Saluti, Giurtalia.

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