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sabato 10 settembre 2011

Villasimius - Area Marina Protetta di Capo Carbonara

L'Area    Marina   Protetta   di   Capo    Carbonara,    è
Capo Carbonara
vasta 9000 ettari e la troviamo nella fascia costiera sud orientale della Sardegna, nel territorio comunale di Villasimius, in provincia di Cagliari. E' il promontorio più a sud dell'isola. L'Area è stata creata nel 1998 ed è sorvegliata dalla Capitaneria di Porto, dal Corpo Forestale della Sardegna, e dall'AMP (Area Marina Protetta). La vecchia terra di carbone e dei carbonai, oggi è diventata  straordinaria. Il promontorio di granito  abbraccia il Golfo di Cagliari con le sue scistose scogliere,  le spiagge candide, le isole e gli scogli affioranti. I marinai di allora temevano quella miriade di scogli e rupi affioranti, causa spesso di naufragi. Le isole sono pressoché disabitate, ma ricche di spiagge fossili. L'isola dei Cavoli, prende il nome da un tipo di cavolo che vi si trova, oppure, da un tipo di granchio, detto "cavuru", che in dialetto vuol dire appunto granchio, che frequenta quegli scogli. Nell'età Medioevale, il territorio era sicuramente ricoperto di boschi ed il villaggio scomparso di Carbonara, che ora si chiama Villasimius, produceva tantissimo carbone di legna prelevata dai boschi. Ebbe un rilievo di tutto rispetto al tempo delle repubbliche marinare  di Pisa e Genova; divenne poi aragonese e con l'introduzione del feudalesimo, fece parte del feudo di Quirra, il più grande del'isola. I segni della storia, sono ben testimoniati dai reperti e relitti trovati sui fondali marini, fino a 50 metri di profondità, dove si possono ammirare tra l'altro, nella secca di Santa Caterina,  la nave Romagna e nave cisterna Isonzo
Nave cisterna Isonzo
abbattuta da un sommergibile americano, nella prima guerra mondiale e nave Loreline. Infatti, qui possiamo ammirare  tramite una battuta subacquea, un grande museo sommerso, in cui giacciono diverse  navi che vanno dal periodo romano al Novecento. Molti reperti recuperati, si possono ammirare al Museo Archeologico di Villasmius. Ma la vita di quei poveri carbonai, non era molto pacifica; spesso sulla costa si affacciavano le galee dei pirati musulmani, provenienti dalle vicine coste africane. Le incursioni erano devastanti, tant'è che alla fine del 500, in epoca aragonese, gli attacchi  dei Mori, divennero un flagello per tutte le coste sarde. Sorsero infatti,  una miriade di torri di avvistamento e di difesa. Le più note sono la Torre di San Luigi a Serpentara, Torre di Porto del Giunco, nell'isola dei Cavoli, Torre di Capo Boi e la Fortezza Vecchia. Il Villaggio di Carbonara, nel corso dell'Ottocento, era ormai abitato da poche famiglie di agricoltori e di pastori, mentre la produzione di carbone da legna era ormai terminata. Imponenti rupi di scisto e graniti, separano la costa rocciosa dalle bianche spiagge, tra cui la spiaggia del Riso, di Porto Sa Ruxi, di Simius, del Giunco e di Cala Carbonara.
Spiaggia del Riso



Tutto il paesaggio, un tempo era ricoperto di foreste di lecci, e frequentato da molta selvaggina. Nei secoli il bosco  si è trasformato in macchia mediterranea. Quindi oggi possiamo ammirare il ginepro, il mirto aromatico, il cisto rosa, il lentisco,con le sue bacche rosse, il corbezzolo e la ginestra spinosa. 

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