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domenica 4 settembre 2011

Elenora D'Arborea, un'eroina dei nostri tempi.

           Figlia di un giudice d'Arborea, Mariano de Bas - Serra e da madre turca, Timbora de Roccabertì, la "Giudichessa" nacque in Spagna, Catalogna, nel 1340; ebbe anche due fratelli Ugone e Beatrice. Il padre Mariano, fu nominato Giudice della Corona De Logu, un'assemblea dei notabili dell'isola. Eleonora visse i primi anni della sua giovinezza ad Oristano. "La casa d'Arborea" era diventata  per la gente del posto, l'unica roccaforte contro il dominio degli stranieri; essa si estendeva su un terzo della Sardegna. Viste le circostanze, Eleonora
visse e crebbe avendo................
una naturale dimestichezza con le armi. Prima che morisse il padre, la sua bellezza d'animo ed il su fisico, fecero innamorare Brancaleone Doria, conosciuto per le sue doti militari e per la sua umiltà d'animo. Così, le due casate, i Doria e gli Arborea, formarono  un'ottima alleanza, da opporre agli Aragonesi. Eleonora, piccola di statura, ma forte come una quercia, emerge per le sue doti di furiosa ammazzone ed impavida cacciatrice. Lei si batteva pe l'unità, l'indipendenza e la modernizzazione giuridica della Sardegna. Quando gli Aragonesi cinsero d'assedio il Castello degli Arborea, e la città di Oristano, Eleonora ha modo di mettere in luce tutto il suo coraggio. E' instancabile nel prestare la sua cura ai feriti,  nell'organizzare la difesa, nel portare consolazione ai moribondi, mentre suo fratello Ugone, metteva lo scompiglio fuori dal Giudicato. La guerra tra gli Aragonesi ed il Giudicato d'Arborea, dura più di vent'anni. Dopo la morte del padre Mariano e l'assassinio del fratello e della nopotina Benedetta, Eleonora si sentiva orgogliosa di essere riuscita a tenere alto il sentimento d'indipendenza che aveva ispirato la politica del padre e si autoproclama "Giudicessa D'Arborea", facendo forza sul'antico diritto sardo, che permetteva l'accesso alle donne al trono paterno o fraterno. Eleonora diventa così una protagonista indiscussa e sapiente legislatrice. Fu la condottiera d una guerra che non veniva combattuta con le sole armi, ma soprattutto con l'astuzia. Il popolo considerava infatti Eleonora come una "maga"che riusciva sempre nelle imprese impossibili. Un giorno si imbatte in un brigante che si riposa presso una fonte. Questi non la riconosce  e tenta di derubarla; la Giudicessa cerca di farlo desistere con le buone, ma vedendolo deciso ad agire,  anzichè presentarsi come la regina, gli sferra un violento pugno sul braccio facendogli cadere la spada di cui lei si impossessa prontamente, mentre il brigante se la da a gambe. Secondo la leggenda, Oristano fu fondata da Eleonora. Si racconta che il padre, Mariano, teneva al suo seguito un capraro, un tipo piuttosto sempliciotto, che andava a pascolare le pecore del giudice, nella penisola del Sinis. Una volta per stanare una capra, si rifugiò dentro un nuraghe e qui trovò il tesoro dei Saraceni. Egli lo portò al giudice il quale come ricompensa gli promise la mano di Eleonora. Il giudice scherzava, ma il capraro ci credette. Dopo poco tempo, Mariano morì ed Eleonora pensò di utilizzare quel tesoro per costruire la città di Oristano, dove si trasferì con tutto il suo seguito. Eleonora era molto affezionata a Cabras, e vi si racava ogni anno per stare acuni mesi. ogni volta che ci andava trovava però il capraro a cui era stata promessa in sposa, il quale avanzava le sue pretese. La Giudichessa cerca di liberarsene ed architetta un trucchetto. Lo invia come messaggero dal signore di Pittinurri, al quale deve consegnare una lettera con una somma di denaro. Il percorso da seguire, non è quello via terra, per pericolo dei briganti, bensì quello via mare, perchè più sicuro. Fornì quindi all'uomo una barca. Il capraro  orgoglioso della sua missione e si mette subito in viaggio. Appena egli è in mare aperto, viene catturato dai Saraceni. Così Eleonora

si libera del suo pretendente. La Giudichessa, oltre ad essere saggia ed intelligente, è ache molto astuta. Alcuni feudatari si ribellano  al giudicato di Arborea e convincono i cittadini di Bosa a seguirli; essi vogliono la Repubblica. Alcuni  si riuniscono nel castello Malaspina. Sono tutti armati e pronti ad affrontare le truppe di Arborea. Occorre troppo tempo per assediare il castello, così Eleonora idea uno stratagemma. Giunge a Bosa nella notte; lascia lì il suo esercito e prosegue verso il Castello Malaspina travestita da mendicante. Si finge una spia che ha notizie della giudicessa e si fa condurre dinanzi al capo dei ribelli. Interrogata, dice che Eleonora aveva mandato a Bosa alcuni uomini di fiducia per corrompere gli abitanti, elargendo loro, forti somme di denaro, affinchè non seguissero i ribelli. Al castello credono tutti alla finta spia e si precipitano a Bosa, al fine di sventare il complotto. La spia resta da sola al castello, sale sulla torre più alta e con segnali di fumo, fa cenno ai suoi soldati di entrare ed il castello viene conquistato senza colpo ferire. Eleonora con questa tattica continua a conquistare i castelli del Goceano e di Monreale. Con Eleonora, la Sardegna è salita sulle vette più alte della politica e del diritto. La "Jughissa" è la protagonista di una storia in cui la Sadegna fa parte a pieno titolo della vita socio-culturale dell'Europa cristiana di quel tempo. Questa modernità è colta per intero nella "Carta de Logu", il codice delle leggi del Giudicato di Arborea che Eleonora promulga nel 1392, aggiornando quella emanata da suo padre Ugone, qualche anno prima. La Carta de Logu è un codice composto da 198 articoli e comprendeva un codice civile, un codice penale ed un codice rurale. Resta in vigore per più di 400 anni e solo nel 1827, viene sostituita dal Codice di Re Carlo felice. E' sorprendente di quanto sarebbe stata attuale la Carta oggi, essa evidenzia la differenza tra dolo e colpa, tutela la dignità della persona, sia essa servo, donna o straniero.Nella carta de Logu vi era una norma che permetteva il matrimonio riparatore alla violenza carnale subita dalla nubile, solo qualora ella fosse consenziente. Nel codice non si trovano leggi contro gli ebrei e gli eretici, ma articoli che tutelano la donna ed i minori. Per tutto questo la Carta De Logu, è considerata una delle espressioni più evolute della scienza giuridica del tempo. Dopo essere riuscita finalmente a completare il disegno del padre, di riunire quasi tutta l'isola sotto il suo scettro, Eleonora vede crollare tutto il suo progetto per un'imprevedibile incognita della sorte, la peste, che consegna senza combattere, la Sardegna agli aragonesi. Probabalmente anche lei, fu contagiata dalla peste, che nel 1404 se la portò via.

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