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venerdì 12 agosto 2011

Vacanze in Scozia - Seconda parte. Lasciarsi perdere ad Edimburgo - Loch Ness

Oggi, I° agosto, siamo andati in giro a perderci dentro   questa incantevole città, il nostro grande problema è
scegliere le cartoline da spedire in Italia. Alle tredici decidiam di mangiare un boccone al solito Pub, "the Mercat", dal nome del vecchio mercato di ambulanti che nel 1800, facevano lo scambio di merci.
Il locale è carino, la luce soffusa e sui tavolini arrivano pinte di birra di tutti i tipi e colori, rosse, bionde, nere e marrone. I nostri vicini di tavolata, non sembravano al primo giro. Dopo aver consumato il solito
piatto unico a base di merluzzo e patate fritte, accompagnati da tre diverse salsette piccanti, da un'insalatina mista per contorno
ed una mezza Guiness, abbiamo fatto ritorno in albergo, per rinfrescarci, ma prima passiamo in un negozietto di indiani per acquistare un ombrello, che sappiamo già in partenza che non troverà il suo posto in valigia. Nella strada di ritorno in albergo, noto che alcuni signori, perlopiù anziani, indossano il Kilt; sono molto eleganti, con quel costume, ed ammiro la loro disinvoltura nell'indossarlo. Nella passeggiata pomeridiana in Princess Street, noto che in tutte le palazzine, mancano i balconi, le serrande e gli scurini; ogni finestra ha grandi finestroni con i profili tutti bianchi,
che conferiscono un grande ordine alla prospettiva dei palazzi; probabilmente i giardinetti, sostituiscono i terrazzi. Ho notato che sia gli inglesi che gli scozzesi non fanno alcuno sforzo per apprendere la nostra lingua, così come noi facciamo per capire la loro!  Qui, le persone incontrate, sono molto colte, ed anche i ragazzini, conoscono bene gli avvenimenti, soprattutto quelli storici del loro stato. Il nostro cameriere di fiducia è laureato all'Accademia delle Bellearti di Edimburgo, conseguendo perfino un master. Lui fa il manager del nostro pub, ma prende anche le   ordinazioni e serve le pietanze ai tavoli. 
Visitiamo la Cattedrale di "Saint Mary", quella a due passi dall'albergo; è una Chiesa Cattolica e nell'interno, lungo il perimetro, è appeso un lunghissimo telo bianco, di cotone, in cui sono state ricamate a mano, non a macchina, una serie di scene di guerra, alternate a scene di pace, avvicendate nei secoli; le scritte sono in lingua scozzese, incomprensibile,   visto che corrisponde all'incrocio tra vecchio Gaelico e Scozzese attuale. Lungo la strada che porta al centro, è molto pittoresco osservare che gran da fare si diano i ragazzi in Kilt, ad accompagnare i turisti in tour per la città, su una carrozzella montata su una  bicicletta a tre ruote. Giorno dopo giorno mi rendo conto che Edimburgo è una città piccola, ma che racchiude tanti segreti, tutti da scoprire. Non dimentichiamo che la città è stata dichiaraata " Patrimonio Naturale" dall'UNESCO. Più la guardo e più mi sento affascinata da questo posto, quasi fosse una strega ammaliatrice, una delle tante di cui si sente parlare qui intorno. Un'altra cosa strana che ho notato qui, come a Dublino, è che la notte, scrutando fuori dalla finestra, anche alle due del mattino, rimane ancora acceso uno spicchio di cielo, come se il sole non tramontasse mai del tutto. La città è fredda, durante le notti estive, così come in tutti i paesi del nord Europa.
Qui in Scozia, i giornalisti prendono lezioni di dizione, per farsi capire da tutti; infatti la loro pronuncia è più contratta rispetto a quella inglese. Pensavo di iscrivermi ad un corso di Scozzese e per questo dovrò vedere in giro ciò che offre il mercato. Ad Edimburgo non si incontrano tanti italiani, a meno di un gruppo in albergo.
Oggi, 2 Agosto, visita al Lago di Loch Ness.
Sveglia spartana alle 6 del mattino e con la speranza nel cuore che una bella giornat ci accompagni. Nella sala della colazione, illuminata da due grandi vetrate, guardo la pioggia scrosciare molto fitta, ma sono incoraggiata dal cameriere, convinto che a Loch Ness e nelle Highlands, il tempo sia migliore. Aveva ragione. Davanti alla Cattedrale a pochi passi dall'albergo è fissato l'appuntamento con l'autista del pullman, piuttosto simpatico e molto patriottico, come daltronde molti scozzesi. La gita durerà 12 ore, rientro previsto alle ore otto di sera. Lui raccomanda la massima puntualità al rientro dalle soste. I dieci minuti, dice, non sono quelli itliani, ma quelli scozzesi!!
Abbiamo fatto di tutto per non rimediare una figuraccia. Il gruppo era di circa 40 persone. L'approccio col pubblico è stato fatto in Inglese, così come pure tutte le spiegazioni degli eventi storici relativi ai siti visitati. In conclusione, tra la mia mediocre conoscenza dell'Inglese e la sua fretta nel parlare, rispettando i tempi, credo di aver perso ben il 70% di ciò che ha detto. In albergo ho poi ricostruito il tutto tramite ai depliant ed a qualche informazione chiesta alla gente. La Scozia ha tante risorse sue naturali, la bellezza delle sue terre, fertili e verdi, le praterie che sono immense, nelle quali brucano le pecorelle dal muso nero e le vacche dal colore biondo miele, le Highlands, da cui proviene il miglior whisky scozzese, con sue le innumerevoli distillerie, il mostro di Loch Ness, il Castello di Edimburgo, il Kilt scozzese, il business degli scozzesi gira intorno a tutto questo.




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