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martedì 26 luglio 2011

La Giara di Gesturi


Sardegna insolita è anche quella della Giara di Gesturi dove, a fine estate, tornano a pascolare i tipici cavallini selvatici che vivono liberi nell'altopiano da tempo immemorabile.
Qui hanno trovato le condizioni ideali per conservare la loro particolare tipologia e sono gli ultimi superstiti di una razza che, in un lontano passato, popolava l'intera isola. Piccoli e di colore bruno scuro, molto resistenti alla fatica, sono snelli, hanno una lunga criniera e dei dolcissimi occhi a mandorla. Con tutta probabilità il loro arrivo in Sardegna è da ricondurre all'epoca pre-romana: forse furono importati
dalla Numidia ad opera dei Cartaginesi. I cavallini non sono l’unica attrattiva della Giara, costituita da roccia basaltica di origine vulcanica e ricoperta da tutte le specie della vegetazione tipica della macchia mediterranea. Tra le antiche capanne dei pastori ed una ventina di siti archeologici disseminati sul territorio, vivono anche cinghiali, lepri, martore, volpi e gatti selvatici più il geotritone sardo (un anfibio presente solo in Sardegna) e il Lepidurus, un crostaceo arcaico che vive cibandosi di piante acquatiche ed è immutato da circa 200 milioni di anni. Il fascino della Giara, caratterizzata, fra l’altro, dalla presenza di alcuni laghetti, è reso ancora più forte dalla presenza, ai suoi piedi, del complesso nuragico di Barumini (Su Nuraxi) dichiarato nel 1997 dall'UNESCO patrimonio dell'umanità. Oggi il gigante di pietra appare ripulito e restaurato in tutta la sua monumentalità ma era completamente coperto dal fango quando, negli anni Cinquanta, venne scavato dall’archeologo Giovanni Lilliu, oggi novantenne. La sua è stata una scoperta eccezionale, con un trionfale ritorno al passato, anche personale. Infatti, da bambino, il piccolo Giovanni si calava, da una specie di buco, proprio nelle viscere di quella fangosa collina. E, convinto che fosse una grotta, dava la caccia alle civette con i suoi compagni di gioco.



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