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lunedì 3 novembre 2025

La vita va così - un film che racconta la Sardegna vera

Il protagonista, il pastore Efisio, vive in armonia con la sua terra, tra greggi, paesaggi incontaminati e tradizioni radicate. La sua quotidianità viene sconvolta quando scopre che una grande impresa del nord Italia, la Greatti Costruzioni, ha intenzione di cementificare parte della costa per costruire un resort turistico di lusso. Efisio, uomo semplice ma determinato, si oppone con tutte le sue forze, diventando simbolo di una resistenza silenziosa ma ostinata.

Nel film si respira la tensione tra la modernità che avanza e la tradizione che rischia di sparire. Sullo sfondo, il passaggio dalla lira all’euro non è solo un contesto temporale, ma anche simbolico: rappresenta il cambiamento profondo di un mondo che si sta trasformando, spesso senza curarsi di chi resta indietro o di chi vuole difendere la propria identità.
La vita va così,  racconta con delicatezza una realtà dura: quella di chi vive in una terra bellissima ma dimenticata. Il pastore Efisio lotta per proteggere la sua terra, mentre attorno a lui c'è una comunità stanca, che fatica ad arrivare a fine mese e che sogna un lavoro stabile, anche solo stagionale. La proposta di un resort a 5 stelle divide le coscienze: da un lato la difesa del territorio, dall’altro la speranza di un futuro dignitoso. Un film che non dà risposte, ma pone domande vere, che riguardano tutti noi.

Ambientato nella splendida costa sud della Sardegna, a Tuerredda, siamo nei primi anni 2000, in un momento di passaggio delicato: l’arrivo dell’euro e il cambiamento di un’intera società. Il film ci mostra la realtà di tante famiglie sarde, che vivono con fatica, spesso lavorando solo pochi mesi all’anno grazie al turismo.
Da un lato c’è la difesa della terra, dell’identità e della tradizione. Dall’altro, la speranza di un lavoro stabile, di un futuro migliore, che sembra poter arrivare proprio con quel resort.

Mi è piaciuto il modo in cui il film dà voce a entrambi i punti di vista, senza giudicare. È un racconto che fa riflettere su quanto sia difficile trovare un giusto equilibrio tra sviluppo e rispetto del territorio.

martedì 28 ottobre 2025

Un grazie che viene da lontano


Sono rimasta sorpresa e felicissima nel vedere che il mio blog ha viaggiato così lontano! Dalla vicina Italia fino a Singapore, Hong Kong, Messico, Stati Uniti e oltre…  
Non avrei mai immaginato di arrivare a tanti occhi e cuori sparsi per il mondo.  
Scrivere per me è un piacere, una forma di dialogo con me stessa e con chi ha voglia di leggere. Sapere che le mie parole si traducono e trovano spazio anche in paesi così diversi mi emoziona e mi sprona a migliorare.
A tutti voi che dedicate qualche minuto al mio blog, ovunque vi troviate: *grazie di cuore!*  
Continuate a seguirmi, se vi va. Io continuerò a scrivere, con semplicità e sincerità.  

Con affetto!

lunedì 27 ottobre 2025

Springsteen liberami dal nulla

Ho visto un film su Bruce Springsteen che mi ha davvero colpito. Racconta di un ragazzo cresciuto in una famiglia difficile, con un padre spesso violento e alcolizzato. Da bambino, Bruce si rifugiava nella sua stanza, spaventato da quell’atmosfera pesante. 
Crescendo, ha trovato nella musica la sua valvola di sfogo: armonica, chitarra e testi che raccontavano il suo dolore, le sue paure, ma anche la voglia di riscatto.

La paura di diventare come suo padre, chiuso e incapace di esprimere affetto, è stata la spinta a seguire la musica con tutto sé stesso.
Il suo viaggio artistico è stato fatto di piccoli locali e grandi palchi, accompagnato da un mentore calmo che lo ha guidato. La sua relazione con una giovane ragazza madre, il trasferimento lontano dal New Jersey e i momenti di depressione sono parte della sua storia.

Ma è stato proprio nel live, con brani come Born to Run e il leggendario concerto a Broadway, che Bruce ha trovato il modo di raccontarsi, di affrontare la sua sofferenza. Attraverso le sue canzoni, ha saputo connettersi con il pubblico, condividendo le sue lotte e trasformandole in forza.
E’ stato proprio nel live, con brani come *Born to Run* e il leggendario concerto a Broadway, che Bruce ha trovato il modo di raccontarsi, di affrontare la sua sofferenza.


Questo film mi ha ricordato quanto la musica possa essere una vera terapia, capace di far emergere il dolore e trasformarlo in qualcosa di potente e liberatorio.

lunedì 20 ottobre 2025

Eddington un film che divide e fa riflettere

Ho visto Eddington, con uno straordinario Joaquin Phoenix nei panni del capo della polizia di una cittadina americana. Un personaggio carismatico, ma anche fragile e umano, che si ritrova a gestire tensioni crescenti in una comunità divisa tra ordine e ribellione.
Il film esplora temi attualissimi: il peso delle scelte personali, la solitudine, il tradimento e il conflitto sociale. La moglie del protagonista lo abbandona per unirsi a un giovane rivoluzionario, mentre lui resta solo a fronteggiare un clima sempre più acceso. Il suo rifiuto di indossare la mascherina per via dell’asma lo rende ancora più vulnerabile agli occhi di chi lo circonda.

Verso la fine, un episodio di violenza scuote profondamente la città e segna un punto di non ritorno per molti personaggi. Una scena potente che rimane dentro, senza compiacimento ma con molta forza.
A me è piaciuto molto, al contrario di molte critiche. 

lunedì 13 ottobre 2025

Il professore e il pinguino


Il film racconta la storia di un professore di inglese trasferitosi in Argentina negli anni difficili dei desaparecidos. Insegna in un college dove l’indifferenza e l’indisciplina regnano in aula, e i rapporti tra studenti e docenti sono piatti, spenti.
Durante un fine settimana, quasi per caso, si ritrova a frequentare una discoteca insieme a un collega noioso.




Lì conosce una donna misteriosa con cui condivide una passeggiata lungo la spiaggia;  la scena che si presenta ai loro occhi è straziante: centinaia di uccelli ricoperti di petrolio giacciono morti sulla riva. Solo un piccolo pinguino respira ancora. I due lo raccolgono e lo portano con loro, cercando di salvarlo.
Il professore lo nasconde nel terrazzo della sua camera d’albergo, lo pulisce e se ne prende cura. Si sente attratto dalla donna, ma lei gli confessa di essere sposata. Deluso, al termine della breve vacanza, decide di portare con sé il pinguino al college, dove continua a prendersene cura di nascosto. Intanto, in classe, la situazione peggiora: uno studente viene bullizzato pesantemente dai compagni, ma il professore sembra incapace di intervenire. Tuttavia, un’intuizione lo spinge a fare qualcosa di inaspettato: portare il pinguino in classe.
Da quel momento, l’atmosfera cambia. L’attenzione degli studenti si concentra sul pennuto; la presenza del pinguino risveglia la loro empatia e il senso di responsabilità. Il ragazzo bullizzato comincia ad essere accettato e difeso. La classe, prima disinteressata, inizia a partecipare, a comunicare, a rispettare.
Il professore ritrova passione per l’insegnamento, e il pinguino  che verrà infine affidato ad una struttura adeguata diventa il simbolo silenzioso di un cambiamento profondo.
Un film delicato e potente, che ci ricorda come anche un piccolo gesto, o un essere fragile, possa risvegliare l’umanità nelle persone e accendere la scintilla del cambiamento.

domenica 12 ottobre 2025

Grazia


Ho appena visto il film su Grazia Deledda da giovane, e sono rimasta molto emozionata. Il film racconta soprattutto la sua vita familiare e le difficoltà che ha affrontato da ragazza.
All’inizio, Grazia doveva aiutare in casa con le faccende da donne ma lei trovava spesso rifugio nella sua stanza, dove scriveva di nascosto. Un giorno, per caso, trovò l’indirizzo di un editore su un pezzo di giornale che il padre le aveva strappato perché non doveva più scrivere, lei lo ricompose ed a quell’indirizzo inviò la sua prima novella, aiutata dal postino complice che mantenne il segreto.
La ragazza attendeva con ansia risposta al suo lavoro. 
La madre di Grazia era severa e non voleva che la figlia dedicasse il suo tempo a scrivere, é cosa da uomini che una donna non può nemmeno sognarsi di fare. Il padre la sosteneva, ma morì presto. 
Dopo la sua morte, la famiglia attraversò momenti difficili: il fratello maggiore, che avrebbe dovuto gestire l’azienda, si perse nel gioco e nell’alcool, finendo isolato.

Grazia affrontò anche il dolore della perdita della sorella, che morì dopo aver perso il bambino. Nonostante tutto, la primavera portò una bella notizia: le sue novelle iniziarono ad essere pubblicate sulle riviste italiane.

Così Grazia prese il treno a Macomer per dirigersi verso Cagliari dove fu invitata e nel salotto della sua editrice  conobbe di persona oltre lei, anche Palmiro Modesani, che divenne suo marito ed il suo più grande  supporto nella carriera di scrittrice.

Un volto per Grazia!

Con grande emozione ho visto il film sulla giovane Grazia Deledda e desidero dedicare un pensiero speciale a Barbara Pitzianti, straordinaria interprete di questa figura così importante per la nostra cultura sarda.
Barbara ha saputo donare a Grazia uno sguardo intenso, sincero, ribelle e dolce insieme, capace di farci percepire la forza silenziosa con cui questa giovane donna sfidò le convenzioni del suo tempo per inseguire il proprio sogno di scrivere. Ogni gesto, ogni parola pronunciata sullo schermo ha portato con sé la profondità di una ragazza sarda che, pur tra mille difficoltà, ha saputo farsi voce potente e poetica.
Vedere Barbara, che conosco fin da bambina, crescere fino a diventare una professionista così sensibile e talentuosa, mi ha toccato profondamente. L’ho ammirata non solo come attrice, ma come donna capace di portare Grazia sullo schermo con grande rispetto e autenticità.

Grazie Barbara, per aver ridato luce a Grazia con grazia.💖