Boston è u'ottima base di partenza per andare a Portorico, un arcipelago a nord est del mar dei Caraibi, tra la Repubblica Dominicana e le Isole Vergini, con più di 3.000.000 di abitanti, così a maggio di quest'anno, mi sono recata lì, a maggio, si, lontano dalla stagione degli uragani che si verificano ciclicamente tra settembre ed ottobre.
Portorico è dotato di una propria autonomia di governo; non è uno stato indipendente inquanto è soggetto alla legislazione degli Stati Uniti, nè dipendente inquanto non è ancora integrato agli Stati Uniti.
In seguito ad un referendum del 2012, gli abitanti erano favorevoli a diventare uno stato federato degli Stati Uniti, risultato confermato nel 2017, anno in cui è stata depositata al Congresso degli Usa, la richiesta di avvio dell'iter legislativo per trasformare l'isola in uno stato dell'unione. Ad oggi i Portoricani non possono votare all'elezione del Presidente degli Stati Uniti. Desta curiosità l'aspetto culturale di Portorico che risulta essere un mix di diverse altre culture, taino, spagnola, africana ed americana. Dai taino i portoricani hanno ereditato i nomi delle città, dei piatti tipici e di alcuni oggetti; dai coloni spagnoli hanno appreso la lingua, fatto propria la religione cattolica e le tradizioni; dagli schiavi africani musica e la danza come la bomba e la piena, dagli americani, la lingua ed il sistema universitario. Portorico è famosa per le sue spiagge caraibiche , fatte di sabbia bianca e finissima. Non è necessario portare l'ombrellone in spiaggia, a fare l'ombra ci pensano le alte palme cresciute sulla sabbia. Portorico non è solo spiagge, sole e mare ma anche foresta, la foresta Yunque dove svolazzano i variopinti pappagalli importati dall'Amazzonia che oggi hanno trovato il loro habitat ideale ed oggi vivono solo qui. All'interno della foresta si sente un continuo vociare , sono i ranocchi, chiamati 'coqui', suono onomatopeico che riprende il forte richiamo di accoppiamento dei ranocchi maschi. La foresta Yunque è foltissima di bambù e di platani i cui caschi verdi spiccano appesi agli agli alberi. Un'altra cosa evidente nella foresta è il colore rosso corallo dell'artiglio dell'astice, un fiore bellissimo, composto da tanti fiori più piccoli, incrociati a formare una zampa di aragosta stilizzata. A Portorico i platani sono una prelibatezza e vengono cucinati in tanti modi e si trovano dappertutto, un pò come da noi si trovano le patate. Il Mofongo è un piatto caraibico tipico a Portorico che vede al suo interno influenze spagnole ed indigene. Gli schiavi dell'Africa Sub Sahariana avevano a disposizione pochissimi alimenti per nutrirsi tra cui il platano, strutto e scarti di maiale. La parola Mofongo, deriva da Kikongo, che indica una grande quantità di qualsiasi cosa. Per fare il mofongo occorrono 4 platani verdi, un bicchiere di brodo di pollo, 6 spicchi di aglio, sale, pancetta ed olio, tritare il tutto, fare delle polpette e friggerle. Sono buonissime ma la digestione diventa un pò più lunga vista la quantità d'aglio presente. Continuando nella foresta pluviale Yunque, osservo dei bellissimi fiori bianchi, sono i fiori dei platani bianchi. Quando gli americani approdarono a Portorico, parlavano di miglia, come unità di misura delle strade, confondendo gli indigeni che non capivano, da allora si parlò di distanza, in termini di tempo. L'uragano Maria che nel settembre 2017 colpì l'area nord orientale dei Caraibi, già devastata due settimane prima dall'uragano Irma, è stato il più grosso disastro naturale della storia di Portorico, causando la peggior catastrofe di tutti i tempi, con la morte tra l'altro di 3022 persone. L'organizzazione meteorologica mondiale, ha ritirato il nome Maria a causa della grande quantità di danni provocati dall'uragano e dal numero ingente delle vittime e non sarà mai più usato per altri uragani atlantici. Maria è stato sostituito dal nome Margot. A causa dell'uragano Maria, chi viveva in collina ha dovuto sopportare di stare un anno senza energia elettrica. Da non trascurare il problema dell'estinzione dei pappagalli di Portorico, che a causa della deforestazione sono diventati da un milione di esemplari, solo 13, interrompendo coì l'ecosistema. Le loro piume sono di un verde brillante e le ali screziate di turchese. Essi sono il simbolo di Portorico. La colpa non è dell'uomo come siamo portati a pensare, ma dall'uragano Maria che ha distrutto gran parte del loro habitat.
Iguane al sole |
La foresta fluviale |
Un casco di platani |
L’artiglio dell’astice |
In seguito ad un referendum del 2012, gli abitanti erano favorevoli a diventare uno stato federato degli Stati Uniti, risultato confermato nel 2017, anno in cui è stata depositata al Congresso degli Usa, la richiesta di avvio dell'iter legislativo per trasformare l'isola in uno stato dell'unione. Ad oggi i Portoricani non possono votare all'elezione del Presidente degli Stati Uniti. Desta curiosità l'aspetto culturale di Portorico che risulta essere un mix di diverse altre culture, taino, spagnola, africana ed americana. Dai taino i portoricani hanno ereditato i nomi delle città, dei piatti tipici e di alcuni oggetti; dai coloni spagnoli hanno appreso la lingua, fatto propria la religione cattolica e le tradizioni; dagli schiavi africani musica e la danza come la bomba e la piena, dagli americani, la lingua ed il sistema universitario. Portorico è famosa per le sue spiagge caraibiche , fatte di sabbia bianca e finissima. Non è necessario portare l'ombrellone in spiaggia, a fare l'ombra ci pensano le alte palme cresciute sulla sabbia. Portorico non è solo spiagge, sole e mare ma anche foresta, la foresta Yunque dove svolazzano i variopinti pappagalli importati dall'Amazzonia che oggi hanno trovato il loro habitat ideale ed oggi vivono solo qui. All'interno della foresta si sente un continuo vociare , sono i ranocchi, chiamati 'coqui', suono onomatopeico che riprende il forte richiamo di accoppiamento dei ranocchi maschi. La foresta Yunque è foltissima di bambù e di platani i cui caschi verdi spiccano appesi agli agli alberi. Un'altra cosa evidente nella foresta è il colore rosso corallo dell'artiglio dell'astice, un fiore bellissimo, composto da tanti fiori più piccoli, incrociati a formare una zampa di aragosta stilizzata. A Portorico i platani sono una prelibatezza e vengono cucinati in tanti modi e si trovano dappertutto, un pò come da noi si trovano le patate. Il Mofongo è un piatto caraibico tipico a Portorico che vede al suo interno influenze spagnole ed indigene. Gli schiavi dell'Africa Sub Sahariana avevano a disposizione pochissimi alimenti per nutrirsi tra cui il platano, strutto e scarti di maiale. La parola Mofongo, deriva da Kikongo, che indica una grande quantità di qualsiasi cosa. Per fare il mofongo occorrono 4 platani verdi, un bicchiere di brodo di pollo, 6 spicchi di aglio, sale, pancetta ed olio, tritare il tutto, fare delle polpette e friggerle. Sono buonissime ma la digestione diventa un pò più lunga vista la quantità d'aglio presente. Continuando nella foresta pluviale Yunque, osservo dei bellissimi fiori bianchi, sono i fiori dei platani bianchi. Quando gli americani approdarono a Portorico, parlavano di miglia, come unità di misura delle strade, confondendo gli indigeni che non capivano, da allora si parlò di distanza, in termini di tempo. L'uragano Maria che nel settembre 2017 colpì l'area nord orientale dei Caraibi, già devastata due settimane prima dall'uragano Irma, è stato il più grosso disastro naturale della storia di Portorico, causando la peggior catastrofe di tutti i tempi, con la morte tra l'altro di 3022 persone. L'organizzazione meteorologica mondiale, ha ritirato il nome Maria a causa della grande quantità di danni provocati dall'uragano e dal numero ingente delle vittime e non sarà mai più usato per altri uragani atlantici. Maria è stato sostituito dal nome Margot. A causa dell'uragano Maria, chi viveva in collina ha dovuto sopportare di stare un anno senza energia elettrica. Da non trascurare il problema dell'estinzione dei pappagalli di Portorico, che a causa della deforestazione sono diventati da un milione di esemplari, solo 13, interrompendo coì l'ecosistema. Le loro piume sono di un verde brillante e le ali screziate di turchese. Essi sono il simbolo di Portorico. La colpa non è dell'uomo come siamo portati a pensare, ma dall'uragano Maria che ha distrutto gran parte del loro habitat.