Dopo tanti templi, giardini e quartieri brulicanti di vita, sentivo il bisogno di respirare aria diversa. Così siamo arrivati a Fujisawa, tranquilla cittadina costiera e poi a Enoshima, una piccola isola collegata alla terraferma da un ponte. Un luogo che sembra sospeso, tra il mare e le nuvole, tra leggenda e realtà.
Passeggiare per Enoshima significa lasciarsi incantare da scorci improvvisi sull’oceano, piccole scalinate, santuari nascosti, lanterne di pietra e gatti sonnolenti. Il vento profuma di salsedine e libertà. Ogni passo sembra raccontare una storia antica.
Lì ho capito perché questo posto è legato alla dea Benzaiten, protettrice della bellezza e dell’arte. È un’isola che invita a rallentare, ad ascoltare il ritmo delle onde, a lasciarsi sfiorare dal sole e dalla spiritualità discreta dei suoi santuari.
E quando in lontananza si scorge il profilo del monte Fuji, se le nuvole lo permettono, il cuore fa un piccolo salto. Enoshima è un luogo da vivere con lentezza, perfetto per chi cerca un Giappone fatto di vento, silenzi e incanto.
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