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| Grotta de sa Ohe (grotta della Voce) |
La zona di Oliena e del Supramonte offre numerosi siti archeologici e naturalistici che sicuramente affascinano il turista.
Il Villaggio Sa Sedda 'e Sos Carros è
situato nella Valle di Lanaitto; questo villaggio nuragico risale all'Età del Bronzo (XII-IX secolo a.C.) ed è noto per il suo santuario dedicato al culto delle acque. Una delle strutture più affascinanti è una capanna circolare con pareti in calcare bianco e basalto scuro, decorata con teste di muflone da cui un tempi sgorgava l'acqua attraverso i fori della bocca, confluendo in un bacile centrale.
L'insediamento, composto da capanne di varie forme, risale all'epoca nuragica e fu successivamente riutilizzato in età romana ed alto medievale. La posizione isolata e protetta lo rendeva ideale come rifugio. Situato nel territorio di Oliena, questo villaggio risale alla Cultura Monte Claro (seconda metà del III millennio a.C.). Sebbene gran parte delle strutture siano state danneggiate, sono ancora visibili tracce di capanne a pianta rettangolare e circolare.
Per un'esperienza completa, si può fare un tour archeologico in fuoristrada che include la visita alla Grotta Corbeddu, al villaggio nuragico Sa Sedda 'e Sos Carros.
Domenica scorsa, spinta dalla curiosità e dall'amore per la mia terra, ho intrapreso un viaggio affascinante nella Valle di Lanaitto, una delle zone più suggestive del Supramonte di Oliena. Immersa tra rocce calcaree, silenzi antichi e profumi di macchia mediterranea, la valle custodisce un tesoro prezioso, il villaggio nuragico di Sa Sedda 'e Sos Carros.
Questo luogo, che risale al XII-IX secolo a.C., è un vero e proprio santuario dell'acqua. Camminando tra le capanne in pietra, ho scoperto una vasca rituale straordinaria: dai musi di muflone scolpiti sgorgava un tempo l'acqua, simbolo sacro per il popolo nuragico. Il contrasto tra il bianco del calcare e il nero del basalto rende l’atmosfera ancora più magica.
| Grotta Corbeddu |
Il sito è raggiungibile con una passeggiata accessibile, immersa in una natura incontaminata. Chi ama la storia, il mistero e la bellezza selvaggia della Sardegna, qui troverà un luogo che parla al cuore.
La grotta sopra si chiama Grotta De Sa Ohe. Molto impressionante, sopratutto al tramonto quando la luce del sole si sposta e la grotta sembra socchiudere gli occhi assumendo un’espressione sinistra!
Questa è una speciale grotta nel centro della Sardegna che d’inverno si allaga a causa dei temporali. Le acque creano un vortice impetuoso entrandovi per uscire in una foce di un paesino più a valle … e, come vengono risucchiate all’interno, si leva in alto una voce umana come di un dio che sembra che parli e che urli. Un interessante fenomeno geologico.
Con il cambiamento climatico accade sempre più raramente ma quest’anno è successo già due volte, ci hanno detto.
L’angusto ingresso del suo covo era celato da una stalagmite rimovibile: il bandito la toglieva per passare e dopo essersi per metà infilato in un cunicolo quasi verticale lungo un paio di metri e largo meno di mezzo, la rimetteva al suo posto curando di farne combaciare le fratture. Chi lo avesse inseguito fin nella grotta non si sarebbe accorto e non avrebbe pensato ad un'operazione del genere. Nella grotta in seguito sono stati rinvenuti reperti che testimoniano presenza umana in Sardegna nel Paleolitico superiore. In quel luogo, abbandonata ogni attività criminale, Corveddu iniziò a svolgere il ruolo di pacificatore e arbitro nelle controversie: gli veniva attribuita una grande saggezza.
La Grotta Corbeddu è una caverna lunga 130 metri, divisa in tre sale principali, la grotta è un luogo di grande fascino storico.
Giovanni Corbeddu, soprannominato "Il Re della macchia", usò la grotta come rifugio durante i suoi 18 anni di latitanza, iniziata nel 1880, forse per un’accusa ingiusta di furto di bestiame. Considerato una figura alla Robin Hood, rubava ai ricchi per aiutare i poveri e mediava dispute locali. Nella terza sala della grotta sono ancora visibili la sua firma e un simbolo di bilancia, che rappresenta la giustizia. Tra le sue imprese leggendarie ci sono il furto a un comandante dei carabinieri e l’aiuto nella liberazione di mercanti francesi rapiti. La sua latitanza terminò nel 1898, quando fu ucciso dai carabinieri vicino a Orgosolo.
La grotta è uno dei siti più antichi della Sardegna per la presenza umana, con reperti che risalgono al Paleolitico Superiore;
Una falange di mano datata a circa 22.000 anni fa, il resto umano più antico delle isole mediterranee, insieme a un osso temporale e una mascella (~13.500 anni fa), indicano la presenza di Homo sapiens. Questi resti mostrano una differenziazione genetica rispetto alle popolazioni europee coeve, probabilmente dovuta all’isolamento.
Sono stati trovati fossili di Prolagus sardus (un roditore estinto) e Megaceros cazioti (un cervo preistorico), che offrono indizi sulla dieta e sull’ambiente degli antichi abitanti.
Utensili in osso e pietra del Paleolitico, Mesolitico e Neolitico testimoniano la vita quotidiana e l’evoluzione tecnologica.
Gli scavi, condotti negli anni ’80 dal paleontologo Paul Y. Sondaar, hanno confermato l’uso della grotta dal Paleolitico all’Età del Bronzo (~1800–1600 a.C.).
Parte del sistema carsico del Supramonte, la grotta presenta stalattiti, stalagmiti e un piccolo pozzo che un tempo la collegava ad altre grotte come Sa Oche e Su Bentu (la voce del vento). La prima sala è ampia e parzialmente illuminata, la seconda custodisce i principali reperti archeologici, mentre la terza conserva le tracce di Corbeddu. La Valle di Lanaittu, con la sua bellezza naturale e altre grotte, è una meta popolare per i visitatori.
La Grotta si raggiunge percorrendo una strada sterrata di 7 km dalla sorgente di Su Gologone (guidabile con attenzione) e con una camminata in salita di 10 minuti. Le visite guidate, spesso condotte da esperti locali come speleologi o archeologi, costano circa 5–10 €, a volte in combinazione con siti nuragici vicini come Sa Sedda e Sos Carros. I visitatori apprezzano il mix di storia preistorica, leggende sul bandito e bellezza naturale. Le recensioni su Tripadvisor lodano l’atmosfera unica e le guide esperte.
La Grotta Corbeddu unisce il folklore del bandito, la storia preistorica e un ambiente naturale spettacolare, rendendola una tappa imperdibile nel Supramonte.













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