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mercoledì 19 aprile 2023

La Sardegna che non ti aspetti- 5)

Scendendo sulla dorsale si arriva al Sulcis passando per i tracciati storici, luogo di miniere dismesse, ben 59, da cui si estraevano, ferro, argento, rame e piombo. I tracciati sono impegnativi e corrono su asfalto, sentieri brulli e su mulattiere; 24 tappe ed in tutto 400 chilometri da fare in bicicletta, tempo occorrente, una settimana circa. Avete però attraversato 3/4 del Parco Geo Minerario della Sardegna. Il percorso attraversa i centri minerari costieri come Nebida e Masua, con la famosa galleria di Porto Flavia, un monumento di archeologia industriale straordinario che domina una fetta di costa incantevole, sita di fronte al faraglione Pan di Zucchero, alto ben 133 metri.


Porto Flavia è stato un capolavoro  di ingegneria che quando era in funzione, migliorava le condizioni di lavoro dei minatori perché riduceva i tempi ed i costi di trasporto del minerale. Dai boschi del Marganai si passa alla miniera di Serbariu, attuale museo del carbone, e poi si arriva alle dune di Piscinas, con montagne di sabbia sottile, alte più di trenta metri; si giunge quindi alle grotte di San Giovanni, a Domusnovas e le grotte di Is Zuddas, a Santadi con stalattiti e stalagmiti dalle forme più curiose.

Stando nel Sulcis si può visitare il parco di Gutturu Mannu (la Grande Gola) coperto da lecci, sugherete, olivastri e lentischi. Bello da visitare è il Parco di Monte Arci, ricco oltre che di macchia mediterranea, di Ossidiana, ossia l'oro nero del Neolitico, un vetro nero di origine vulcanica che in sardo si chiama "Sa perda Crobina", ossia, roccia nera come il corvo. Il Monte Arci si estende per 150 chilometri quadrati.


                                                            
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