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giovedì 7 luglio 2022

La Falconeria in Europa, Italia e Sardegna


La Falconeria è una forma di caccia sana, ecologica, sicura e a zero impatto ambientale, in cui i protagonisti sono solo natura, falco, uomo e cane. La falconeria è una pratica venatoria d'importazione germanica, conosciuta anche dai romani ma le sue origini affondano nella preistoria tant'è che un basso rilievo opera degli Assiri, risalente al 750 A.C., raffigura proprio un falconiere col suo falco. In Europa la falconeria venne introdotta dagli Sciiti dopo aver attraversato la steppa russa; anche gli Unni di Attila erano appassionati di falchi. L'arte di andare a caccia grazie ai corvi, coinvolse anche le alte sfere della società feudale nel Medioevo. Dal VI^ al XVII^ secolo i falchi nobili furono considerati i beni più preziosi degli aristocratici del tempo e severe punizioni venivano inflitte a coloro che disturbavano o danneggiavano i falchi selvatici o rubavano quelli degli altri.

L'aspetto così distinto e regale del falco si contrappone alle sue capacità predatorie; il falco della regina Eleonore, emerge per l'abilità nella caccia in volo, praticata sopratutto ad inizio autunno quando il predatore può contare sulla migrazione degli altri uccelli. Il falco della Regina deve il suo nome alla Giudicessa Eleonora d'Arborea, regina della Sardegna, terra in cui i falchi sono tanto diffusi. Eleonora, vissuta nel XIV secolo, fu giudicessa di Arborea, ossia sovrana D'Arborea, donna di potere e  dalle alte mire dinastiche, stabiliva alleanze di carattere economico sopratutto con Genova, aggiornò la Carta De Logu, una raccolta di leggi per i Giudicati sardi, rimasta in vigore fino al 1827.  Eleonora D'Arborea fu capace di riunire sotto un'unica bandiera le diverse popolazioni sarde che per la prima volta si riconobbero come "Nazione" lottando con successo contro gli aragonesi. Eleonora  fece un'aggiunta importante alla Carta De Logu che riguarda l'argomento "Falchi" ossia, vietò la caccia agli esemplari adulti ed il prelievo dei nidiacei. Il falco Eleonore è una specie migratrice, quindi un grande viaggiatore ma termina sempre il suo viaggio in Sardegna, nell'isola di San Pietro, a Carloforte e nel golfo di Orosei.   Al tempo esisteva una precisa dinastia per l'utilizzo delle varie specie di rapaci, in base alla classificazione dei loro pregi: all'imperatore spettava l'aquila reale, al re il maschio o la femmina del girofalco; al principe spettava il falco gentile, ossia la femmina del falco pellegrino; al conte il falco pellegrino maschio; al barone il bastardo pellegrino terzuolo; il falco sacro andava al cavaliere , allo scudiero il lanario, lo smeriglio alla dama, il lodolaio ai paggi mentre il falco ignobile era destinato alle classi sociali meno abbienti. Così l'Astore femmina era più consono ai piccoli proprietari terrieri, l'astore maschio per i poveri; la femmina dello sparviero col suo canto consolava i preti, mentre il maschio i clerici di rango inferiore; nel XV^ secolo ogni maniero aveva la sua falconeria e la squadra di falconieri dava quel tocco di classe in più, sopratutto quando anche i vassalli indossavano  l'alta uniforme in occasione delle funzioni di corte e la squadra dei falconieri si presentava con i falchi appoggiati delicatamente sui guanti di cuoio!!

Ai tempi delle crociate i falchi rappresentavano le offerte di pace quali oggetti di scambio tra cristiani e saraceni. Per un millennio i falchi ebbero un'estrema protezione mai data ad alcun altro animale nel corso della storia. L'uso del fucile da cacciare, la gestione intensiva delle riserve importarono nel continente europeo tutta una serie di cambiamenti, ivi incluso il declino della falconeria, infatti dalla fine dell'ottocento, i rapaci venivano impallinati per puro divertimento e le loro uova per via della loro bellezza e rarità venivano collezionate senza alcuna preoccupazione dell'estinzione della specie. Per i cavalieri gli hobbies erano le donne, le armi e la caccia al falco. Quando dopo la guerra si abusò del DDT per bonificare i terreni pieni di zanzare, ci fu non poca preoccupazione per i falchi che si vedevano sempre più raramente volare, questo suscitò la sensibilità di alcuni gruppi di persone che formarono i centri di tutela per il recupoero dei poveri rapaci, diventati ormai così preziosi, essendo rimasti in pochi e per le loro uova. La falconeria ha ripreso piede ai tempi nostri ma è un tipo di caccia difficile, che richiede al falconiere un alto grado di attenzione, devozione, e sensibilità. Il falconiere per i suoi principi viene spinto ad un alto grado di attaccamento alla natura, egli spesso viene spinto anche a fare ricerche di carattere scientifico sugli uccelli da preda, La falconeria è una disciplina sicura, non si è mai sentito parlare di danni avuti da  persone o cose, inoltre oggi si può cacciare col falco anche laddove la caccia è proibita col fucile.

  I falchi in molte città vengono utilizzati per combattere l'infestazione di piccioni, storni e gabbiani; essi volano ad una media di 100 km. all'ora. La Sardegna è stata la prima regione italiana ad effettuare le sessioni di esame per l'abilitazione dei falconieri al "BIRD CONTROL" ossia addestramento all'allontanamento dei volatili con i rapaci. Il volo del falco si può ammirare anche al Castello di Siliqua, circa una volta al mese i falconieri si esibiscono con i loro falchi che si prodigano in voli altissimi.  

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