Il modo di pensare dei sardi è noto che sia stato da sempre un freno allo sviluppo del popolo. Le antiche catene dell'invidia che da sempre ci hanno tenuto legati, hanno seminato più morti della malaria. L'invidia per i nostri amici sardi, non per i continentali, che aduliamo, ci condanna a restare arretrati rispetto agli altri popoli, ci rende incapaci di soddisfare i nostri stessi bisogni e ci condanna all'assistenzialismo. Noi sardi abbiamo da sempre convissuto con questo sentimento, indossandolo come fosse una seconda pelle. L'invidia che prosconfiggere l'invidia, ognuno di noi deve trovare la forza per poterla reprimere, dentro se stesso. Spetta a noi grandi, adesso, inculcare alla nuova generazione, il senso di appartenenza ad una terra, che ci ha visto soccombere ad un sentimento tutt'altro che nobile. Proviamo a far nutrire i nostri figli di un sentimento di orgoglio, di solidarietà nella gioia e nella fierezza quando uno di noi riesce a realizzarsi.
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