Riga è una città medioevale bella al pari delle altre due sorelle, Tallin, capitale dell'Estonia e Vilnius, capitale della Lituania che insieme sono le tre Repubbliche Baltiche. Il giorno di Natale del 1991, da repubbliche socialiste sovietiche, hanno cambiato identità diventando stati indipendenti.
Un pò di storia che ci riporta indietro nel tempo, farà scuotere gli animi, ma è giusto raccontare questi paesi con tutti i tormenti che hanno subito da parte della dominazione sovietica. I cittadini che hanno attraversato quel periodo non hanno ancora dimenticato i soprusi e le torture subite. Si fecero tante manifestazioni invocando la liberazione dal regime russo ma la più coinvolgente fu quella del 23 agosto 1989 chiamata la "Via Baltica" infatti si formò una catena umana lunga 600 chilometri che congiungeva Tallin con Vilnius passando per Riga. La Lettonia fu la prima a rendersi indipendente, il 13 gennaio 1991, ma 14 manifestanti furono uccisi nella "domenica di sangue" per opera dell'armata rossa, durante la difesa del Parlamento a Vilnius.
Alcuni mesi più tardi, anche Estonia e Lituania dichiararono la propria indipendenza con tanta titubanza da parte della Comunità Europea. Da quel momento in avanti le tre Repubbliche Baltiche si smarcarono dal fiacco dominio del gigante russo e si misero in marcia per recuperare il passo e raggiungere i vicini paesi occidentali. Nel 2004 le "tre sorelle" entrarono nella NATO e nell'U.E. e stupirono tutti per le loro performance economiche tanto da essere etichettate "Le tigri del Baltico". L'alto tasso di disoccupazione alimentò in quel periodo un'emorragia di manodopera che si spingeva verso occidente in cerca di lavoro; la popolazione russa è diminuita in quel periodo di 400.000 unità e ciò inasprì le tensioni tra lettoni e russi. Questi ultimi hanno il passaporto blu differente da quello dei lettoni che col loro possono entrare senza visto nei paesi dell'U.E., i russi devono invece superare un esame di lingua lettone che non sempre riescono a sostenere al primo tentativo. Ciò determina una grave discriminazione sopratutto sul posto di lavoro.
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