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venerdì 18 giugno 2021

Le dune di Teulada e Sant'Anna Arresi - Is Arenas Biancas



Era una giornata molto ventosa, così ho deciso di stare a Chia soltanto la mattina. Sotto l'ombrellone   sdraiata sul lettino però si stava benissimo, per non parlare di quel mare color turchese che mi invitava, non tanto a fare il bagno perché l'acqua era gelida, quanto a camminare sul bagnasciuga aspettando che le onde urtassero con violenza le mie caviglie, massaggiandole.

Ho fatto così diverse vasche col vento in faccia. Più il tempo passava e più pensavo che dopo tutti quei chilometri fatti per arrivare fin lì, sarebbe stato un peccato andare già via. Così ho deciso di andare  a mangiare un boccone a Teulada dove stava per piovere. Teulada ha tanti bei posti da visitare visto che è stata di recente smilitarizzata. Così mi sono ricordata che li vicino, a Sant'Anna Arresi, ci sono le dune di sabbia, chiamate "Is Arenas Biancas" che stanno in parte nel comune di Sant'Anna Arresi ed in parte in quello di Teulada.  Una volta superata Teulada, si arriva in  mezz'ora alle dune. La giornata era molto ventosa per cui pensavo alla sabbia che si sarebbe sollevata  dalle montagne  ed alle frustate di sabbia che avrei avuto in faccia.

La strada è lunghetta; appena arrivata al parcheggio, dove ho pagato 5,00 €. sono corsa in spiaggia e  da lontano vedevo come delle cave bianchissime, quelle erano le dune. Ho fatto qualche foto in spiaggia ed ho subito  imboccato lo stradello che attraversa lo stagno e che mi avrebbe portato a destinazione. Già pensavo all'effetto che mi avrebbe fatto salire in cima alle dune che sono alte trenta metri e vedere quel panorama, il riflesso dei raggi del sole che ormai stava per tramontare; senz'altro uno spettacolo così naturale ti lascia qualcosa dentro, un bel ricordo indelebile che mi avrebbe accompagnato nei momenti più tristi.

La strada da fare era tanta, una mezz'ora di sano trekking,  fatto camminando in mezzo ad uno sterrato di pietre. Arrivata ai piedi delle dune, dovevo scalarle per giungere sulla cima, stando anche  attenta perché il vento era tanto e dovevo ripararmi gli occhi; cercavo inoltre di stare in equilibrio, perché salendo  sulle dune è facile perdere l'equilibrio, perciò occorre piegarsi leggermente in avanti.

Con attenzione, perché i piedi nudi affondavano facilmente nella montagna di sabbia, cercavo di girarmi verso il mare per vedere i suoi colori dall'alto; man mano che salivo, le barche ormeggiate diventavano sempre più piccole e così pure le poche persone che prendevano ancora il sole nella spiaggia, sole che ancora per poco illuminava tutto l'orizzonte, dove stava per andare a dormire.

Il tutto pareva una visione celestiale. Ogni tanto qua e la i rami di ginepro coloravano la sabbia con il verde dei cespugli e davano l'idea delle diverse prospettive delle montagne di sabbia.

Ormai imbruniva e dovevo rientrare, scatto qualche fotografia, cercando di non perdere né questo né quel panorama.  Mi ha talmente rapita ciò che stavo guardando che nemmeno il vento mi dava più fastidio.

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