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lunedì 18 novembre 2013

Jobs - Recensione.

Ieri ho visto Jobs, il film sulla vita del grande Stive Jobs. Ero emozionatissima, ho letto il libro e mi aspettavo passo per passo di vederlo in scena, di provare quelle stesse emozioni.  La storia ha inizio con lui, che alla grande platea presenta l'iPod, siamo nel 2001. Poi si torna indietro nel tempo, all'inizio degli anni settanta; l'università che viene interrotta per tempo dal bravissimo studente, con delusione dei docenti, ma nella sua testa, già frullavano allettanti idee; come la realizzazione del primo computer Apple, ideato nella cantina di famiglia insieme all'amico Steve Wazniak, che lo seguirà con entusiasmo, sino alla quotazione in borsa dell'azienda. Si passerà quindi attraverso l'amara delusione di Jobs, al momento in cui verrà cacciato dal consiglio di amministrazione, dalla sua stessa azienda. L'altalena continua col suo ritorno, questa volta in qualità di amministratore delegato della società. Le lente d'ingrandimento passa attraverso la genialità di Jobs ma anche attraverso la sua prevedibilità, la sua freddezza che traspare dallo sguardo glaciale, la camminata ingobbita e dalla sua gestualità. Non è facile mettere a nudo la genialità di questo grande uomo. La vera anima dell'azienda era lui e quella è la chiave che occorre per esplorare bene l'universo Stive Jobs, se non si gira quella, il meccanismo non scatta ed il film si ferma lì restando sterile, quasi un documentario. Occorre dare un'anima a questo grande Jobs. Lo spettatore aveva bisogno di conoscere bene la sua mente, come nascevano le idee, il film ha bypassato quel processo, mostrando solo le idee già pronte. Chi ha letto il libro, capisce bene di cosa parlo, chi invece non l'ha letto, potrà apprezzare il film, senza aspettarsi niente di più.

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