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martedì 27 agosto 2013

Munch e "L'Urlo", il Radhus, Museo delle Navi Vichinghe - Viaggio ad Oslo -3° parte -

L'Urlo di Munch
La Vampira di Munch
Testa di Nave Vichinga
Camera tombale posta all'interno della Nave.
Sala Radhus presso il Comune di Oslo
Sala Radhus dove si consegna Premio Nobel per la Pace
Sala Radhus Palco dove si consegna il Nobel.
Notare il legno intatto
Oggi sono andata  a vedere il Museo Nazionale con la mostra di 150 quadri di Munch. È stato bellissimo, vedere "l'Urlo", e tanti altri suoi quadri che lui propone in diverse versioni, come per esempio le tre ragazze affacciate al ponte e le signore affacciate al ponte oppure la Vampira, che succhia il sangue al collo del suo fidanzato, in cui è  difficile distinguere bene  i due personaggi, fusi tra loro, infatti una guida chiedeva ad una scolaresca che guardava il quadro, che tipo di figura fosse e che cosa stesse rappresentando l'autore, con quel disegno, non è arrivata la risposta; un altro quadro che mi ha colpito è stato la giovane malata assistita dalla madre ed ancora quello in cui la madre e la figlia ammalata guardando fuori dalla tenda resa svolazzante dalla brezza di primavera,  verso la luce del pallido sole, aspettano la nuova stagione insieme, sperando che la faccia guarire. Una vera cascata di emozioni ho provato questa mattina; in genere i musei, si, mi appassionano, ma dopo varie ore mi stancano, oggi invece mi sentivo attratta da quelle opere curiose in cui cercavo di vedere da lontano, ciò che sembrava ovvio visto da vicino. Ammiravo un suo autoritratto da vecchio, credo avesse intorno ai 70 anni od anche meno; guardando il disegno da vicino, intravvedo tanti segni di matita, tante sbavature di colore, tante strisciate, sembrava un disegno disordinato fatto da un bambino. Man mano che mi allontanavo, il quadro si stabilizzava, i suoi tratti diventavano precisi, l'espressione si capiva essere quella di un uomo arrivato al capolinea; alle sue spalle pero' una vetrata dava risalto alle piante germogliate nella bella stagione, la primavera e tutto intorno sembrava ridente, tranne il vecchio, pensieroso per la sua fine imminente. Un altro luogo che sono andata a vedere, è conosciuto in tutto il mondo, perchè col mondo ci si collega alla consegna del Premio Nobel per la Pace, il Radhus, presso il palazzo Comunale di Oslo. Una sala grandissima che è completamente affrescata e decorata con bellissimi motivi della storia, della cultura e della vita lavorativa norvegese; qui, ogni 10 dicembre, viene consegnato il Premio Nobel;  sul fondo tante grandi finestre che affacciano al porto, dove si intravvedono i velieri pronti a salpare per trasportare i turisti che attendono impazienti in banchina, insieme a tante barche a vela che entrano ed escono in continuazione dal porto. Nella sala, sul  piano rialzato che funge da palco, un semplice pianoforte a coda e tutt'intorno alle pareti, tante panche per fare accomodare i turisti stanchi, accuratamente rivestite dai tessuti tipici norvegesi. L'ingresso è gratuito. Ultima tappa del giorno, il museo delle Navi Vichinghe. Per vederlo ho dovuto prendere un battello che ci ha portato su un altro fiordo. Le navette partono ogni mezz'ora e ci si arriva in 15 minuti circa. Si acquista un biglietto di pullman che vale anche per le navette.  Una volta scesi a terra, ci si incammina verso l'alto e si gira a destra, seguendo le indicazioni. Il museo è molto affascinante e quelle grandi barche incutono quel non so che di soggezione che ti induce ad abbassare la voce. Queste grandi barche, che un tempo erano dei vichinghi, una volta morti i capi dell'equipaggio, venivano seppellite insieme ai loro corpi, costituendo delle vere e proprie bare. Essendo il legno particolarmente buono e trattato allo scopo, col tempo è rimasto intatto. Ogni barca è stata ritrovata con la propria camera tombale, una sorta di capanna fatta in legno nero ed il morto all'interno. Le navi furono costruite 1100 anni fa per portare i Reali in giro per il  mondo dei morti. All'interno tanti bei negozi di souvenirs e riproduzioni di gioielli vichinghi. La mia visita alla città per oggi finisce qui; mentre rientro, avendo saltato il pranzo, mi fermo a cenare in un pub del buon pesce fumante ed un gelato come fatto in casa.

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