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sabato 17 marzo 2012

Una figura del passato.

Capita, chiacchierando del passato, di ricordare delle figure ormai scomparse e chiederci che fine abbiano mai fatto. Una di queste è la balia, a cui un tempo venivano demandati i ruoli biologici della maternità, quindi la cura e l'allattamento
dei neonati. Sopratutto agli inizi del novecento, tra le classi agiate, era consuetudine affidare i propri figli ad una donna, diversa dalla madre  e spesso veniva scelta tra le contadine o le donne di servizio della casa, belle ed in forma affinchè esse stesse provvedessero ad allattare il piccolo, giacchè la povera madre avrebbe avuto ripercussioni sul suo aspetto fisico.
Inoltre, a quel tempo, si pensava che avere rapporti sessuali durante l'allattamento, potesse rovinare la qualità del latte; naturalmente gli uomini erano favorevoli all'affidamento del loro figlio alle mani esperte della balia. Anche l'uso dei corpetti stretti, era un deterrente per l'allattamento; infatti i capezzoli tendevano a rientrare verso l'interno, ostacolando il corretto attaccamento del neonato al seno materno. Nel medioevo, anche le donne più povere, facevano ricorso alla balia, per poter rientrare al lavoro, subito dopo il parto. La balia era una donna umile, fresca di parto, sana e robusta, per assicurare un adeguato nutrimento al suo bambino ed a quello affidatole. Spesso ella si trasferiva dalla campagna alla città, dove risiedevano le famiglie più agiate. Accadeva che la balia venisse presentata al medico od alla levatrice dalla propria famiglia contadina e da questi veniva reclutata, solo se aveva i requisiti, dietro un congruo compenso, in base alle tariffe del tempo. A volte, la balia era una semplice baby sitter, ossia accudiva il bambino, ma senza allattarlo, si chiamava "balia asciutta". Il suo salario variava in base alla ricchezza della famiglia che l'ospitava. Il lavoro della balia durava fino al compimento del primo anno del bambino.
Spesso ella, terminato l'allattamento, entrava a far parte della famiglia occupandosi delle faccende domestiche. Si poneva alla balia, il problema di scelta di lasciare il proprio figlio per seguire quello di una famiglia benestante, ma quel lavoro aiutava la donna a migliorare la propria condizione economica e personale, di cui avrebbe beneficiato anche suo figlio. La  vita in città, presso una famiglia, era senz'altro più comoda di quella trascorsa nei campi del paese. Certo era difficile staccarsi dal proprio bambino per accudirne un altro. La separazione forzata dal proprio bambino, a volte comportava la scomparsa del latte, quindi del lavoro. Le balie si occupavano spesso anche di figli di donne morte di parto e facevano fronte grazie al loro latte, alla morsa di povertà ed all'alta percentuale di mortalità infantile e femminile di allora.

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