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domenica 18 settembre 2011

Il Gioco d'Azzardo in Italia ed in Sardegna.

        L'Italia è la prima nazione al mondo per numero di giocatori d'azzardo. Infatti in Italia a fare il Sociologo, si guadagna un sacco di soldi. In Sardegna la situazione riflette ciò che è l'andazzo italiano. Il giocatore d'azzardo tipo è colui che non riesce a buttar fuori il malessere che prova se non col gioco d'azzardo. La mania del gioco che si impossessa del giocatore,  dice sempre qualcosa, che non gli piace ascoltare; se vuoi vincere devi essere disposto a perdere, ed a perdere tanto. Il gioco a livelli elevati, è un problema..............
che affligge milioni di persone che spesso non riescono ad arrivare a fine mese. Sto parlando di gioco d'azzardo patologico. Bene! Purtroppo in Sardegna e non solo, sono tantissime le persone coinvolte e che dilapidano il proprio patrimonio, convinte che sia un pozzo senza fondo. Quando però, il fondo viene raschiato, allora cominciano i guai. Il giocatore d'azzardo lo incontriamo spesso al bar, quando a metà mattina sorseggiamo il nostro cappuccino. Lo si riconosce subito; non ha fretta di ordinare la sua colazione, bensì di cambiare i suoi biglietti in monete da un euro. Ed è proprio così che si inizia, giocando con un euro.
Le prime volte si arriva a giocare 10 euro e quando si vince si rigioca tutta la somma. Il coinvolgimento è sempre maggiore. Il vizio del gioco si installa in noi, tanto che ci eccita e ci spinge a giocare sempre maggiori somme. Il giocatore d'azzardo lo riconosci subito se ti fermi un attimo a sorseggiare il cappuccino e dare un'occhiata al giornale. Lui è in fila alla casa per cambiare l'ennesimo biglietto da 50 euro; è piuttosto impaziente e nervoso, ma la fila è lenta. Egli è impaziente di ritornare nello stanzino delle slot machine, nella sua privacy; ha per giunta un tic nervoso, gli occhi cerchiati e sbuffa di nascosto. Ha un fare nervoso. Il soggetto si rifugia nel gioco per fuggire dai suoi problemi come per esempio, una separazione recente col conseguente allontanamento dai figli, la notizia di un imminente licenziamento, un lutto in famiglia,  vari sensi di colpa, più o meno reale, e la percezione di non riuscire a trovare la giusta soluzione ai tanti problemi. Sopraggiungono così anche l'ansia e la depressione. Questi sono tanti campanellini d'allarme che un familiare attento dovrebbe sentire squillare. Ma oggi siamo tutti così distratti, presi da mille problemi!!! Quando  l'individuo  perde al gioco d'azzardo, riprende subito a giocare e così ogni volta che perde, si inseguono le perdite, nella speranza di vincere. Il giocatore mente spudoratamente ai propri familiari per camuffare il suo coinvolgimento al gioco. Egli ha un solo chiodo fisso in testa, non riesce a pensare ad altro, è distratto e perfino incapace di concludere un discorso, quelle poche volte che riesce ad intavolarlo. Penso al manager nel bel mezzo di una riunione al vertice, che cerca il modo più opportuno per allontanarsi dal tavolo delle trattative per andare a quello da gioco. Spesso i giocatori o le giocatrici, in Sardegna sono tantissime, diventano sempre più bugiardi e col tempo commetteranno anche degli illeciti come truffe, furti ed appropriazioni indebite ed il cielo  solo sa quant'altro! Queste persone sono disposte a rinunciare persino alle relazioni importanti, maturate in tanti anni; spesso perdono perfino  il lavoro, date le  numerose ore di assenza per il gioco o l'opportunità di fare corsi che assicurano loro una posizione finanziaria migliore. Provano indifferenza perfino  nel veder crescere i loro figli, sono totalmente distratti dalla passione per il gioco. Queste persone si sono bevute il cervello e non sono in grado di prendere decisioni; non riescono a provare entusiasmo per null'altro che per il loro maledetto gioco. Il giocatore d'azzardo confida nel suo collega di stanza, nel suo amico fidato o nei suoi parenti per avere in prestito delle somme di denaro, per far fronte ad una situazione economica che sta degenerando. Il gioco d'azzardo è una piaga sociale, che illude (il-ludere: entrare nel gioco) e che trova terreno fertile, la dove la situazione è già precaria. Molti giocatori incalliti, qui in Sardegna, sono finiti in ospedale a causa di aspetti psicotici e dalla perdita della  dimensione reale. Quando il ricovero è forzoso e non voluto dall'individuo coinvolto, le cose non migliorano, anzi, a causa dell'astinenza sopraggiungono effetti collaterali, come la sudorazione eccessiva, la tachicardia, il tremore e l'ansia.

Quindi il ricovero in quelle situazioni non è consigliabile. Spesso il giocatore incallito richiede i prestiti agli usurai, andando così ad incastrarsi dentro una ragnatela e diventando un'ottima preda per il suo ragno. Il giocatore è convinto che quando le sue perdite sono ingenti, l'azzardo ripagherà sempre le sue perdite, rimettendo tutto a posto. Per i giocatori che "hanno toccato il fondo", per fortuna esistono i gruppi dei "Giocatori Anonimi", che a Cagliari si riunisce al Sert dell'azienda sanitaria. Si partecipa a queste sedute con la convinzione ferma che si vuole smettere di giocare, che si vuole riprendere la propria identità e la propria dignità di uomo e di donna. Incontrare altri giocatori e sentire le loro esperienze, darà la giusta dimensione al problema. Ci si deve rimettere in piedi! Noi sardi giochiamo online, nei migliori casinò del mondo oppure nei tabacchini o ricevitorie, e stiamo in fila per ore, sopratutto quando il jackpot è alle stelle! Si dice che quelli più attenti si giochino solo lo stipendio, altri anche la pensione dei genitori; alcuni, già dal mese di gennaio hanno la tredicesima impegnata  e questa è la potenza delle slotmachine, che in città hanno trasformato le vecchie ricevitorie del lotto in autentici casinò. 

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