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sabato 27 agosto 2011

Su Fil'e Ferru.

        Su Fil'e Ferru è detto anche  Acquavite o Grappa; è ottenuto dalla distillazione del vino (bianco o rosso), vinacce a fecce (residui della lavorazione del vino) aromatizzati con buccia d'arancia essicata, semi d'anice, pepe nero. La distillazione artigianale, era molto diffusa in Sardegna, anche se la pratica era vietata dalla legge; erano i tempi in cui si usavano ancora le zucche al posto delle bottiglie, ed era in uso seppellire il "corpo del reato" legato ad un sottile filo di ferro, che serviva per individuarne la posizione sottoterra. Il prodotto alcolico, ottenuto dalla distillazione, spesso supera i 40 gradi, tanto che nel Logudorese e nella Barbagia, viene detto anche ABBARDENTE,
cioè che arde, che prende e ti fa prendere fuoco.
Questo prodotto, fatto in casa, se bevuto in dosi eccessive, può provocare gravi danni all'organismo, a partire dal fegato. Evitare qundi i distillati molto aromatizzati, che spesso nascondono difetti di produzione o sofisticazioni; fate la prova bagnando appena il fondo del bicchierino ed annusate con forza un paio di volte, la fragranza deve essere pulita e non ricordare l'odore di prodotti chimici, solventi o zolfo o aceto; chiudendo gli occhi, sentirete invece odore di natura, uva, mosto e vino; le mucose nasali non devoo irritarsi ed i vapori non devono pungere; adesso assaggiate.............
 e deglutite un sorso; il sapore è gradevole anche se deciso; il suo retrogusto sa di cioccolato amaro.
Intorno al 1250,
si riconosce all'acquavite, il potere di curate tanti mali, grazie ai principi attivi delle erbe, sapientemente selezionate.
L'uso di quest'acqua come bevanda, si diffuse nella Firenze del XVI secolo, dove Caerina Dei Medici, contribuì a diffonderla nei salotti dell'epoca, approdando quindi alla corte di  Parigi.
Tra il 1700 ed il 1800, si svilupparono maggiori conoscenze scientifiche nel campo della distillazione dell'acquavite.
In ogni regione italiana, il distillato aveva nomi diversi e veniva prodotto con criteri diversi a seconda dei gusti locali; cambiavano le spezie con cui veniva aomatizzato. Nel settentrione assunse il nome di GRAPPA.
Man mano che si scende giù per lo stivale, troviamo i seguenti termini dialettali che intendono definire questa acquavite: branda, aquavita, aigavita, eva d'vita, grapa, rapa, grega, snapa, graspa, ega di vita, raspa, brasca, snape, trapa, sgagne.
Passando dall'Emilia alla Toscana e giù giù fino a comprendere le Regioni meridionali, troviamo i seguenti termini: aqua de veta, brusca, fumetto, acquavite e spirito. In Sardegna i nom attribuiti sono, abbardènti, aguardènti e filu e ferru o fil'e ferru.
Il famoso cantante Fabrizio de Andre', grande estimatore della Sardegna, col suo bicchierino di Abbardente in mano, si espresse cosi': "La vita in Sardegna e' forse la migliore che un uomo possa augurarsi: ventiquattro mila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso".


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