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domenica 14 agosto 2011

Cagliari - Quella città invisibile (versione italiana)

"Cagliari, scrisse Francesco Alziator, è una città che per prima cosa si vede. E' tutta lì, come in una grande esposizione di pietre gialle, di vetri che riflettono il sole, di magre punte di verde, che sale a triangolo, su una collina coperta di case sin dall'antichità". Ma c'è anche una Cagliari che non si vede, sotto i suoi colli, le sue lagune,il suo mare. Una visualità nascosta, con le sue leggende "di quando Dei e  uomini venivano dal mare come conchiglie portate dalla marea". Come quella de sa musca maceddsa, il mortale insetto custode del tesoro nascosto nella Grotta della vipera. Due le casse sotterrate: in una il tesoro e nell'altra le mosche seminatrici di morte.
Nell stesso colle si trova la necropl punica di Tuvixeddu (ossia piccola cava), la più importante nel
bacino del Mediterraneo; trecento e più tombe ad iniziare dal VI° secolo a.C., rivolte a tramonto, quasi tutte a pozzo, scavate a varia profondità, dai tre ai sette metri. Abbondante la ceramica riportata alla luce, diversi articoli di oreficeria. Verso il III° secolo a.C., si passò a seppellire anche nel Colle di Bonaria. La città sotterranea va dal punico al romano, dalla medioevale San'Igia ai ripari dell'ultima guerra. Abbondano le cisterne ed i cisternoni, con le gallerie per il convogliamento delle acque. Abbondano anche i pozzi. Una leggenda racconta che  per tenere i bambini lontano dai pozzi, c'era Maria Farranca, Sa mamma 'e funtana, una donna con gli artigli (farranca). No t'affaccis in funtana ca ti ciappara Maria Farranca, Non sporgerti el pozzo che ti acchiappa Maria Farranca, si diceva ai bambini per incutere loro timore.
C'è persino un lago d'acqua ottima, in passato sfruttata da una fabbrica di birra: è sa grutta de su stiddiu (goccia), sotto Piazza D'Armi, causa di continui cedimenti del terreno. Nel cortile della Facoltà di Lettere, sampre in Piazza D'Armi, è stato rinvenuto un pozzo d'acqua dolce di origine aragonese. A pochi passi sorgeva l'Anfiteatro,
uno dei maggiori monumenti romani di tutta l'isola, risale al I° secolo d.C.. Si possono percorrere gallerie e vedere condotte che portavano l'acqua dalle cisterne scavate in Viale Fra Ignazio. Più giù, l'Orto Botanico, conserva diverse opere idrauliche. Sant'Elemu era una grotta dall'acqua freschissima, distrutta con la Chiesetta del Santo, per costruire la Clinica Mario Aresu. Uno dei locali più rinomati fino a dieci anni fa era la Grotta di Marcello, locale dove negli ani cinquanta si intrattenevano i banchetti, a Stampace Alto; Sa Prazzitta, La Piazza Carl Alberto, dove avvenivano le esecuzioni capitali dei condannati di nobili origini.

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