Eppure, ciò che colpisce di più non è il caos, ma il silenzio, il rispetto, l’educazione. In metropolitana nessuno gesticola o parla ad alta voce, nemmeno i bambini. Molti guardano il cellulare o lavorano col computer ma sempre in religioso silenzio. E che dire sulla puntualità dei treni e delle metropolitane, una rete così intricata ma di un’efficienza incredibili, soprattutto per noi italiani! Per noi è dura rispettare le file, per loro è semplice, basta mettere i propri piedi sopra quelli disegnati nel pavimento delle stazioni e sei già in fila. Ogni tre minuti passa un treno o una metro e non devi attendere, sali, ti siedi e riparti subito alla velocità della luce.
Gli spostamenti, anche nei quartieri più affollati come Shibuya o Shinjuku, sembrano coreografie ben coordinate. Le persone si muovono veloci, ma mai in modo scomposto.
Ho camminato tra i quartieri più diversi:
Asakusa, con il fascino tradizionale del tempio Sensō-ji
Harajuku, regno della moda eccentrica
Ginza, elegante e scintillante
Ueno, con i suoi musei e il parco
Akihabara, paradiso degli appassionati di tecnologia e manga.
Tokyo mi ha insegnato che il rispetto non è una formalità, ma uno stile di vita , una società che educa al silenzio, alla pulizia, alla gentilezza… fin da piccoli.















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