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domenica 1 febbraio 2015

The Imitation Game - Recensione.



Nel 1939 in Gran Bretagna, quando già si respirava aria di guerra, Alan Turing, un genio matematico specializzato in decriptazioni, decide di mettere la sua mente,  al servizio dello Stato. Dopo vari esami, quiz  e tests, viene assunto per decifrare i messaggi segreti del Regime Nazista, lavorando ad una complessa macchina chiamata Enigma. Con grande disappunto, Turing scopre di non essere il solo a condurre l'obiettivo, ma si dovrà avvalere di uno staff di altrettante menti eccelse.
Per vari contrasti avuti, Alan riesce a farli licenziare e propone, lui un sistema di reclutamento dello staff, ossia inventa un cruciverba da risolvere in dieci minuti e lo fa pubblicare. Chi fosse riuscito a risolverlo entro quel tempo, doveva presentarsi per iniziare un lavoro segretissimo. Tra i pochi che ci riuscirono ci fu anche una donna, una ragazza di 25 anni molto attraente. il gruppo si mise a lavoro, ma i risultati non arrivavano ed il Ministero, bloccò il grosso finanziamento per far funzionare la macchina Enigma.
Per fortuna, grazie ad un'illuminata intuizione di Turing, la macchina iniziò a decifrare i messaggi in codice delle truppe naziste, quindi a prevedere gli attacchi delle truppe nemiche ed evitarli, ma il risultato non fu indolore. L'ideatore del meccanismo, precursore del nostro attuale computer, era ricattabile, in quanto gay ed a quel tempo i gay erano perseguibili dalle corti di giustizia.

Grazie alla sua intuizione, il vero Alan Turing, salvò milioni di vite umane ma fu arrestato, condannato e si suicidò a soli 41 anni. Il film è molto intenso e godibile, sono sicura che lascerà un segno in chi lo vedrà.

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