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domenica 24 novembre 2013

La Sardegna risorgerà.

C'è un luogo, dimenticato da tutti, tutto l'anno, tranne in estate, dove è bello ed elegante trascorrere le vacanze. Quel luogo si chiama Sardegna e solo sulla cartina geografica, fa parte dell'Italia. In tutte le altre occasioni, è solo un'isola a Statuto Speciale, pertanto, dovrebbe provvedere da sé, con le proprie risorse, a risolvere qualsiasi problema. E così sta accadendo. Purtroppo un evento senza precedenti si è abbattuto sulla nostra bella terra, già annientata dalla crisi economica, trasformandola  in un inferno. Il ciclone Cleopatra, arrivato dall'Africa, Lunedì 18 Novembre,  ha colto tutti noi di sorpresa, scatenandosi e lasciando dietro di sé solo distruzione. Se non è una catastrofe questa, ditemi voi come chiamarla.  La nostra terra, la cui economia è basata essenzialmente sull'attività agro - pastorale, ossia sull'allevamento degli ovini e dei caprini e sulla coltivazione della terra, è stata messa in ginocchio dall'alluvione della settimana scorsa, che ha trascinato con sé ben 16 vittime. Le polemiche su quanto abbia influito in quest'evento la mano dell'uomo inoltre, non tacciono mai. Era opportuno oppure no costruire quelle case che sono poi diventate le tombe per alcune di quelle persone tra cui un'intera famiglia brasiliana, a ridosso del fiume che è andato in piena? Non spetta a noi dirlo, la Magistratura farà la sua indagine. Quello che mi ha stupito in questi giorni è stata la sorpresa nel vedere la solidarietà della gente, tanta gente, che si è adoperata per portare ogni tipo di aiuto alle famiglie colpite, aiuto materiale, che è quello più urgente, ma anche quello spirituale, che fa bene alla mente, la gente non si è fermata a piangere per disperazione, non ho sentito una sola persona farlo, ma i giovani, insieme ai vecchi, sia uomini che donne, si sono rimboccati le maniche, pronti a ricominciare tutti insieme per ridare vita il più in fretta possibile a tutte le attività che sembravano ormai perse per sempre. Quindi dopo una bella pulizia del territorio, sono arrivate anche le macchine ed  i camion per rimettere in moto il paese. Addirittura si è chiesto di fermare le risorse perché i magazzini a disposizione erano già saturi. Ma allora non è vero che siamo "Pocos, Lojos y Mal Unidos" , come ci avevano  etichettato gli spagnoli. Sono orgogliosa della comunità a cui appartengo e ringrazio tutti coloro che in mille modi si sono adoperati per dare una mano alle famiglie delle zone più colpite,  a nome di chi non può farlo perché ha perso tutto.

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