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mercoledì 2 novembre 2011

Le Energie Alternative in Sardegna.

Termoenergia, Biomassa, Energia rinnovabile, Energia Eolica, Energia Pulita, Energia Geotermica, Energia Idroelettrica, Energia Solare, e poi ancora, Impianti Eolici, Impianti Fotovoltaici integrati
nel paesaggio credo che non tutti noi abbiamo le idee molto chiare, con tutti questi tipi di energie alternative a quella elettrica. La Sardegna può dare un grosso contributo alla produzione di tutte queste energie, non per niente, questo mese, è stato inaugurato, proprio in Sardegna, il Parco Eolico più grande d'Italia. 4000 ettari di territorio tra Buddusò ed Alà dei Sardi, che 

riuscirà a coprire il fabbisogno energetico di 110.000 famiglie sarde.  69 turbine, alte circa 100 metri, quando entreranno a regime, ci consentiranno di fatturare 50 milioni di euro in un anno. Il costo totale dell'impianto è stato di 250 milioni di euro. Finalmente diventeremo una regione con la minore emissione di CO2, ossia anidride carbonica. Ma ancora, la Sardegna è una regione molto ventosa, è ricca di bacini idrici, è baciata dal sole per tanti mesi dell'anno, è ricca di acque calde sotterranee e possiede un vasto patrimonio boschivo quindi può fornire biomasse in quantità.  Le energie rinnovabili, in questo particolare momento di gravi problemi economici, costituiscono una grande occasione per imboccare la via d'uscita dalla crisi. Le amministrazioni locali sono state piuttosto miopi, sotto questo punto di vista, infatti è stata afferrata l'importanza della nostre risorse naturali. che se sfruttate con la dovuta intelligenza, ci procurerebbero tanta ricchezza e tanto benessere. Alle biomasse rimando al post dell'Ing.Carta, redatto in data 05/10/2011.Il nostro patrimonio boschivo, è di 300.00 ettari; le aree destinate al pascolo brado, sono marginali e sfruttate fino ad oggi, in modo brutale, dall'uomo stesso. I nostri boschi

sono molto fitti e pertanto utili ai cinghiali ed ai bracconieri; sono facilmente infiammabili e non possono essere sfruttati dalla gente del posto e dai turisti. Utilizzando gli incentivi esistenti e riuscendo a coinvolgere in un progetto globale le amministrazioni e gli operatori pubblici e privati, sarebbe possibile ricoprire la superficie della Sardegna di una rete di piccole centrali di aziende coltivatrici e allevatrici sotto forma magari di cooperative, visto che sono esentasse, che si occupano di curare i boschi e gestire i trasporti, sfruttando per una volta le opportunità che abbiamo davanti ai nostri occhi, consumando l'energia da essi stessi prodotta, abbattendo così il 50% dei costi di gestione. Per esempio, la ditta E.O.N. ha aperto una nuova Centrale Termoelettrica fotovoltaica a Fiume Santo,

in Provincia di Sassari, su un'area di 153 ettari, nel Golfo dell'Asinara; impiega 300 dipendenti ed è un'importante unità produttiva. In Centrale funzionano 6 gruppi di generazione che producono energia a carbone e ad olio combustibile equivalente al 36% del consumo totale della Sardegna. Lo so, le statistiche sono noiose, ma ci aiutano a capire meglio, quando ci dobbiamo rapportare con gli altri. Visto il sito delicato in cui si configura l'impianto della E.O.N., è d'obbligo riuscire a tutelare anche l'ambiente, oltrechè il paesaggio. L'azienda, per questo, si è dotata di un sistema di auto monitoraggio e di abbattimento delle polveri di ricaduta , pertanto il territorio e l'ambiente, sono controllati fino ad un raggio di 30 km. attorno all'azienda. 

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