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giovedì 18 agosto 2011

Aree marine protette - Parco Marino di Villasimus.

I bagni cagliaritani di un secolo fa.

I cagliaritani di un secolo fa facevano i bagni alla spiaggia de La Plaia. C'era una netta divisione per ceti sociali. Vicino alla Scaffa si trovavano i bagni Devoto, la spiaggia dei signori, una struttura balneare creata da Gerolamo e Giuseppe Devoto. La classe media si dava appuntamento in spiaggia a Giorgino, con gli impianti messi su da Vincenzo Soro, mentre i  poveri andavano con l'ape a Sa Perdixedda , detta poi "is bagnus de soddu". Per arrivare al mare, si doveva  attraversare a piedi nudi un acciottolato. Nel 1908 cessarono i bagni Devoto, pochi anni dopo Sa Perdixedda, mentre Giorgino continuava a essere meta dei bagnanti fino agli  anni '30, quando la spiaggia del Poetto stava diventando famosa.
                                                  


I tesori dei fondali sardi.

"Loredan", "Entella", "Isonzo", "Romagna". Alla stragrande maggioranza questi
 nomi non dicono nulla, solo per i fortunati sopravvissuti e i testimoni oculari hanno un significato che vale il ricordo di momenti drammatici. Hanno quasi l'aspetto di imponenti sculture quelle navi che da anni giacciono silenziose in fondo al mare del golfo degli Angeli. I fondali trasparenti e cristallini che circondano la Sardegna sembrano un gigantesco "museo a mare aperto" dove si può vedere,  la storia della marina. Per lo più si tratta di relitti moderni affondati durante la seconda guerra mondiale, dal sottomarino inglese "Safari" che, nel 1943, operò  infliggendo gravi perdite alla Marina Militare Italiana . Così, nel diario di bordo redatto dal comandante del sommergibile, il Tenente Lakin descrive il drammatico affondamento delle navi italiane. Il 10 aprile 1943, all'altezza di Torre delle Stelle tutte e tre le navi, l'Isonzo, il Loredan e l'Entella, furono affondate. Il relitto di quest'ultima può essere visitato anche perché adagiato a non più di dieci metri di profondità. Gli altri invece sono meta di impegnative e affascinanti immersioni subacquee perché poggiate su un fondale compreso tra i quaranta e i settanta metri. Oggi, quelle lamiere sono popolate da alghe, organismi marini e miriadi di pesci che sembra abbiano ritrovato col tempo un loro nuovo habitat ricco di posidonie.

                              

Il parco geo-marino

Cento chilometri quadrati di mare, trentacinque di coste, dal promontorio di Capo Boi all'insenatura di Cala Pira. In poche parole è il parco geo-marino di Villasimius distante poco più di quaranta chilometri da Cagliari. Nato per preservare gli splendidi fondali che da Capo Carbonara si estendono fino all'Isola dei Cavoli e di Serpentara, per gli amanti delle immersioni subacquee è un vero paradiso tutto da esplorare da sempre. Ogni tuffo nelle sue acque cristalline, riserva nuove sorprese e sono sufficienti maschera, pinne e boccaglio per sentirsi avvolti da un variopinto mondo sommerso. Già negli anni Cinquanta dal continente giungevano gli appassionati del diving. Una delle immersioni più suggestive si può fare all'Isola dei Cavoli, presso i Variglioni, un gigantesco monolite granitico sommerso che per la sua particolare forma viene chiamato "La Nave Romana". Tra i numerosi anfratti e una sconfinata distesa verde di poseidonie, è possibile imbattersi in un'infinità di organismi grandi e piccoli, dalle forme e colori affascinanti. Ma non c'è solo il verde delle numerose alghe, ci si può imbattere nelle vistose gorgonie rosse e gialle, spugne tubulari viola, eunicelle, tra solitarie cernie brune, sempre più numerose nella riserva e ancora astici, aragoste, saraghi, tanute e le diffidenti orate sempre difficili da osservare. Le rocce fin dai primi metri di profondità sono popolate da nuvole di coloratissime donzelle, castagnole, piccoli saraghi fasciati, indolenti tordi e non si rado capita di trovarsi all'improvviso di fronte alla più temibile e combattiva murena che tra le cavità degli scogli difende la sua tana. Al largo, a profondità maggiori nuotano grandi dentici, e fanno le loro incursioni di caccia branchi di ricciole. Anche le nude distese di sabbia sono tutt'altro che deserte, ci sono i virtuosi del mimetismo come sogliole, rombi e razze che adeguano il loro colore ai fondali.                       


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