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Le barriere di accesso sono ancora tante, in primis, la burocrazia, l'accesso al credito e le difficoltà di acquisto della terra. Per il lavoro burocratico si perdono due giorni alla settimana, più di tre mesi l'anno, tutto tempo sottratto al lavoro effettivo di un'azienda. Nelle aziende agricole, si registra un alto tasso di managerialità femminile, le quali riescono a far dialogare la loro attività col turismo e l'artigianato, rendendo il tutto ben sostenibile con l'ambiente. Il valore dell'agricoltura deve misurarsi con la qualità ed il benessere della vita che genera per tutta la società. Il riavvicinamento alla terra è dovuto a questa forte crisi ci ha portato a fare qualche riflessione saggia, infatti, l'ormai cronica carenza di lavoro ha persuaso le maree di disoccupati, ad occuparsi del lavoro nei campi, e questa volta, chi ne fa le spese sono i ragazzi stagionali extracomunitari.
Il ritorno all'agricoltura, potrebbe garantire una stabile occupazione per tantissime famiglie in difficoltà. La terra non ci lascia mai soli e tornerà ad offrire lavoro stabile e sicuro. Si ripeterà il processo inverso rispetto a quello degli anni 50 e 60, in cui si lasciavano i campi, per andare a lavorare in miniera e nell'industria, che se da una parte ci ha regalato il benessere, dall'altra ha recato tantissimi danni a noi ed all'aria che respiriamo.
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